L’ abusiva
Una poesia di Carmen di Lorenzo
Fotografia di Josephine Sacabo
Visse in me da clandestina
per l’erosione del dolore o
per l’aurora di una gioia.
Fu indulgenza e vittoria.
Fu luce e penombra.
Fu la mia ossessione.
Il morso della sua esistenza
era il succo che avvelena,
l’emorragia di un flusso
che finisce con un amen
e poi è armonia.
La convivenza nostra pareva
coercizione,
invece fu la complicata
coesione di due opposti.
La sofferta perfezione
(che invocata, mai arriva).
Lei pagata sotto costo
senza il passaporto l’identià
non rivelava
e ricamava di nascosto
la bellezza del poema,
mi ammoniva.
Così divenne da abusiva
la mia padrona (e maestra).
Vivemmo, sopra il tempo
in un castello di percezioni.