In Delirio a due, sul quesito “La tartaruga e la lumaca sono la stessa bestia?”, tra quattro mura marito e moglie si dilaniano con cattiverie e insulti, mentre fuori, inascoltati, rumori di guerra fanno da sottofondo. Con “Delirio a due” Eugène Ionesco porta in scena la stupidità comica, disperante e avvilente degli esseri umani, prigionieri di noiose e banali abitudini, degradati dalla ripetitività maniacale e isterica di una quotidianità senza costrutto. I coniugi protagonisti sono talmente chiusi nei loro miseri egoismi, nella loro meschina autosufficienza, nel loro gretto conformismo da non riuscire neppure a capire ciò che accade intorno a loro.
Ionesco è grande nel creare situazioni complesse e conflittuali senza soluzione, facendo uso di un nonsense che non è gioco, ma forma di critica rivolta alla banalità e al conformismo.
la solitudine dell' essere umano come condizione inevitabile del vivere è un tema ricorrente nella sua produzione: l' uomo sta in mezzo a una folla in completa solitudine e ciò lo rende tragico e insieme assurdo. inariditi e allucinati, gli uomini sono impossibilitati a comunicare il loro dramma interiore e si riducono a parlare per frasi fatte, frutto del vuoto che li pervade.
soffocati dal mondo reale, alienati e falliti, hanno dentro la consapevolezza dell' inutilità di ogni lotta contro il mondo intorno a loro.
Nei miei ricordi, le apparizioni grottesche assomigliavano ai personaggi di Brueghel, o di Bosch: grandi nasi, corpi deformi, sorrisi atroci, piedi biforcuti