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Magnificat di Alda Merini

UtenteMessaggio

22:45
8 gennaio 2010


Elina

Ospite

con Valentina Cortese

visto ed applaudito nel 2004 a Milano

una scena di quello spettacolo indimenticabile

Sola sulla scena, Valentina Cortese restituisce con intensità al pubblico l'interiorità di Maria, indagata dalla poesia della Merini nel suo aspetto più terreno e femminile: la maternità.

Donna autentica, capace di fare pieno dono di sé, si svela smarrita dinanzi a un destino sconvolgente, che la vuole al contempo vergine e madre, creatura umana eppure così vicina a Dio.

14:18
9 gennaio 2010


sandra

Ospite

LA CORTESE PRESENTA IL MAGNIFICAT DI ALDA MERINI

“La Merini è una delle voci più alte, più forti e personali dal Novecento ad oggi. La sua poesia viene da lontano, dall'ignoto, dal Cosmo. Ed è una poesia intrisa di dolore, di ribellione, di rabbia e di un bisogno spasmodico di Amore. Del resto, il suo canto è principalmente un canto d'amore, di desiderio, dove le tendenze mistiche sono quasi sempre presenti.

Anticonformista, voce della libertà di pensiero e di azione, segnata da una dolorosa esperienza in manicomio, per diversi anni è riuscita, con la forza della sua poesia, ad attraversare fin da giovanissima, il male di vivere.

I suoi versi mi sconvolgono, mi infiammano, mi ammutoliscono. Attraverso ogni sua parola, tu senti quel grido di dolore, le sue ansie, e il pianto. Lei è purezza e trasgressione, furia e dolcezza.

Passa da esplosioni violente a sospiri dolcissimi, struggenti, ineguagliabili. Io ne sono affascinata, sbigottita.

Ecco, direi che la sua passionalità le dà una statura che richiama le grandi donne del Rinascimento, o meglio, quelle regine tragiche dell'universo greco. O meglio ancora, una Dea greca.

 

Sono intenerita, sconvolta, turbata da questa Maria che la Merini ci ha dato nel suo Magnificat. Maria, uno dei più affascinanti misteri che ci ha dato la cristianità, Vergine-Madre.

La Merini ci dà una Vergine diversa da come eravamo abituati a pensarla. Lei non nerappresenta la storia e la vita, ma evoca con inaudita forza visionaria la sua interiorità. La mia Madonnina fanciulla è una creatura di luce, di carne, fragile, smarrita, spaventata, e perdutamente innamorata di Dio”. 

14:22
9 gennaio 2010


Pietro

Ospite

Valentina Cortese è una bravissima attrice. La sua testimonianza è commovente. Grazie, gentilissime Elina e Sandra.

15:02
9 gennaio 2010


fernirosso

Ospite

non ho nutrito una buona relazione con la figura di Maria,quella che ci viene offerta sempre allo stesso modo, una figura linda,verginale,una fanciulla. Eppure di figli ne ha avuti più d'uno e la verginità del sentire l'amore dovrebbe averla nutrita relativamente e a tutti i figli senza distinzione, altrimenti come potremmo noi essere anche suoi figli? Da bambina avevo una particolare attenzione per lei, ma poi, ho nutrito un serio sentimento di fastidio, per questo genere di fantasia su di lei, che trovavo offensivo nei confronti di tutte le altre donne e madri, un sentimento  direi quasi maschilista, un'ultima spiaggia in cui archiviare una tipologia di donna inarrivabile a cui fare ri-ferimento per tutte le altre. E loro? Gli uomini, che si rivolgono a lei come unica madre, ancora una volta in qualche modo offendendo, a mio modo di vedere, tutte le altre che, con terribili fatiche e un senso di forza, assolutamente virile ma non maschile (vis-roboris è LA FORZA,in latino) badano e curano la famiglia spesso abbandonata dai padri. No, preferisco la maternità tutta terrena, e amo ricordare Dante che dice che lei,una tra le altre, ma-donna, è

“..colei che l'umana natura
nobilitasti sì, che 'l suo fattore
non disdegnò di farsi sua fattura…”

nel senso che persino il divino si incarna nel ventre di una donna.

ferni

19:24
9 gennaio 2010


admin

Amministratore

messaggi3520

In questo lavoro teatrale: "Maria è corpo, sangue, dolore, eppure la sua voce sembra provenire da uno spazio cosmico, solcato da vibrazioni commosse e a volte da lampi di intensa intimità".  

Tiziana Bagatella

Alda Merini evoca la Vergine Madre indagando soprattutto il suo aspetto più umano e femminile: la maternità. Un'opera su una delle figure più enigmatiche della cristianità, che ha appassionato scettici e credenti di tutti i tempi. 

dmk

22:53
9 gennaio 2010


admin

Amministratore

messaggi3520

Vorrei non lasciare cadere senza risposta il post di Ferni, e perciò aggiungo qui il mio pensiero che in realtà non spartisce nè il fastidio, nè l' idea di sotteso maschilismo che invece Ferni avverte, nè tanto meno il sentirmi offesa dall' idea di una maternità celeste che l' umanità intera abbraccia. La maternità di Maria non toglie nulla, per me, alla maternità terrena, ai sacrifici ad essa connessi, anzi li consacra in un atto supremo di vita. La figura di Maria, "amata (da Dio)",Theotókos, e, in quanto tale, Madre di tutti gli uomini, è per me rappresentativa di amore fortissimo e insieme di semplicità al di là dell' umano. Che, poi, il divino si incarni nel ventre di donna…, non ho dubbi in proposito, ogni nascita è di per sé miracolosa. Ma non ogni nato è quel Figlio di Dio. Ovviamente questo vale, è inutile dirlo, per i credenti. 

dmk



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