LA CORTESE PRESENTA IL MAGNIFICAT DI ALDA MERINI
“La Merini è una delle voci più alte, più forti e personali dal Novecento ad oggi. La sua poesia viene da lontano, dall'ignoto, dal Cosmo. Ed è una poesia intrisa di dolore, di ribellione, di rabbia e di un bisogno spasmodico di Amore. Del resto, il suo canto è principalmente un canto d'amore, di desiderio, dove le tendenze mistiche sono quasi sempre presenti.
Anticonformista, voce della libertà di pensiero e di azione, segnata da una dolorosa esperienza in manicomio, per diversi anni è riuscita, con la forza della sua poesia, ad attraversare fin da giovanissima, il male di vivere.
I suoi versi mi sconvolgono, mi infiammano, mi ammutoliscono. Attraverso ogni sua parola, tu senti quel grido di dolore, le sue ansie, e il pianto. Lei è purezza e trasgressione, furia e dolcezza.
Passa da esplosioni violente a sospiri dolcissimi, struggenti, ineguagliabili. Io ne sono affascinata, sbigottita.
Ecco, direi che la sua passionalità le dà una statura che richiama le grandi donne del Rinascimento, o meglio, quelle regine tragiche dell'universo greco. O meglio ancora, una Dea greca.
Sono intenerita, sconvolta, turbata da questa Maria che la Merini ci ha dato nel suo Magnificat. Maria, uno dei più affascinanti misteri che ci ha dato la cristianità, Vergine-Madre.
La Merini ci dà una Vergine diversa da come eravamo abituati a pensarla. Lei non nerappresenta la storia e la vita, ma evoca con inaudita forza visionaria la sua interiorità. La mia Madonnina fanciulla è una creatura di luce, di carne, fragile, smarrita, spaventata, e perdutamente innamorata di Dio”.