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UtenteMessaggio

16:37
12 marzo 2010


Filippo

Ospite

Una vera chicca del teatro di Eduardo

17:47
12 marzo 2010


Elina

Ospite

l'episodio della prova della compagnia è estremamente comico, una farsa appuntoSmile

22:22
12 marzo 2010


Manfredi

Ospite

«…quindi noi stavamo credo per una decina di sere dietro le quinte a vedere questo spettacolo, ridendo come pazzi perché succedeva qualsiasi cosa. E una sera mi ricordo che Eduardo improvvisò una cosa per cui tutti gli attori si misero a ridere e Eduardo disse: "Sipario!!" E si riaprì dopo un dieci minuti che tutti si erano calmati. Poi, quando lo facemmo in televisione lo facemmo molto in fretta perché queste commedie venivano fatte in 15 giorni, si provava un po' a tavolino e poi subito si registrava. Naturalmente, questa scena dei comici la dovemmo fare tantissime volte perché tutti ridevano le macchine dei cameraman ballavano, fu una cosa veramente molto divertente. Tanto che in Uomo e Galantuomo c'è una scena in cui si vede Paolo Graziosi che ride spudoratamente e non c'era più verso di fermarlo.»

In "Eduardo interviste: Angelica Ippolito"

22:13
19 marzo 2010


lucia

Ospite

23:10
28 marzo 2010


admin

Amministratore

messaggi3520

Gli esami non finiscono mai

Il titolo della commedia è diventato, dall'epoca della rappresentazione, un modo di dire diffuso e popolare. Già questo fa riflettere come tutti si siano riconosciuti in quella amara verità che Eduardo ha voluto rappresentare tramite il racconto della vita di Guglielmo Speranza. Si chiama proprio così il protagonista e non a caso: egli attraverso le varie tappe fondamentali, gli esami, della sua vita ha sempre ingenuamente sperato di realizzare i suoi sogni. 

dmk

21:49
4 maggio 2011


admin

Amministratore

messaggi3520

Napoli milionaria, 1950

La commedia è ritenuta a tutt'oggi uno dei capolavori di Eduardo. La trama è semplice, narra la dissoluzione morale di una famiglia che nei vicoli di Napoli, durante la guerra, spinta dalla miseria si "arrangia" con la borsa nera, pur contro la volontà del capofamiglia, don Gennaro. Dopo l'arrivo degli Alleati il commercio si amplia, la ricchezza affluisce nel "basso" del vicolo, ma i milioni sono poco puliti; vengono dallo sfruttamento, dallo strozzinaggio, dalla miseria altrui e dai furti di Amedeo, il primogenito. Frattanto don Gennaro è scomparso da casa durante un coprifuoco e non si hanno sue notizie da più di un anno. La moglie, donna Amalia, sempre più affascinata dalla ricchezza, trascura i suoi doveri di madre e Maria Rosaria, la figlia più grande, diventa accompagnatrice fissa di militari americani mentre sua sorella Rituccia, ancora bambina, si ammala gravemente. L'improvviso ritorno del capofamiglia, scampato miracolosamente alle insidie della guerra, riporterà l'equilibrio e l'onestà nella famiglia. Il lieto fine viene ad annunciare un messaggio di speranza, dopo l'infinita tristezza della storia precedente. Le amarezze, le delusioni, le miserie della guerra, il vuoto di valori, la dignità umana calpestata, la durezza di cuore, la desolazione morale di un popolo sono rappresentati con mano leggera e insinuante al tempo stesso. L'arte di Eduardo avvolge il lettore, lo porta di peso in quell'ambiente, lo fa partecipe di un mondo di egoismi e di inganni, dove vince chi è più insensibile; al tempo stesso, in quel mondo fa vivere un uomo puro di cuore, don Gennaro: era un uomo onesto prima della guerra, ma dopo le tragiche esperienze vissute in prima persona, si rivela capace di penetrare i segreti del cuore umano, ricco di una bontà rinnovata, pronto a perdonare gli errori dei familiari e a confortarli con il suo amore, che non è più quello di padre o di marito, ma è l'amore di un uomo che con il suo bagaglio di saggezza e di generosità vuole contrastare i sacrilegi della guerra. 

http://www.parodos.it

dmk

17:15
5 maggio 2011


Carmen

Ospite

Bella recensione Daniela, pensa che proprio oggi pomeriggio una collega mi ha raccontato la storia.

Grande teatro!

Grazie!

Carmen



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