Forum

 
Questo forum é per il momento chiuso – l'accesso é di sola lettura
Devi avere effettuato il login per poter inviare un messaggio
Cerca nei forum:


 






Utilizzo wildcard:
*    corrisponde ogni numero di caratteri
%    corrisponde esattamente un solo carattere

UtenteMessaggio

07:22
16 agosto 2009


Rose

Ospite

In Inghilterra, c'è anche il Long man of Wilmington, inciso su una collina gessosa, datato intorno al 16°/17° secolo d.C. roba quasi moderna, insomma. Wink

00:31
17 agosto 2009


borablu

Ospite

tornando ai moài:

07:05
17 agosto 2009


sandra

Ospite

Bella moneta, Mario.

Certo che questi signori avevano un'aria un po' sussiegosa.

Relax, guys! SmileWink

21:54
17 agosto 2009


admin

Amministratore

messaggi3520

come dice Sandra: bella moneta, Mario (non è che io sia d' accordo sull' aria sussiegosa…Laugh)

A proposito del Long man, in Inghilterra c' é anche Il gigante di Cerne Abbas, 55 metri in altezza e 51 in larghezza, nel Dorset.

L'incisione è formata da una trincea larga 30 cm, profonda 30 cm, realizzata strappando l'erba e scavando la terra fino al gesso sottostante. Nella mano destra il gigante tiene una clava lunga 37 metri.

Però Il gigante è decisamente il più moderno delle diverse figure in gesso scavate nella campagna inglese, anche se ancora ci sono dubbi sul periodo cui si può far risalire.

dmk

21:58
17 agosto 2009


admin

Amministratore

messaggi3520

CuriositàWink

Risale al 25 maggio 2008

Sembra uno scherzo. Il giorno di Pasqua sull'isola di Pasqua un turista finlandese ha danneggiato un moai, una delle gigantesche statue tipiche dell'isola più lontana dalla terraferma del mondo. Marko Kulju, 26 anni, è stato arrestato e ora rischia una multa di almeno 1.900 dollari (circa 1.220 euro).

MOZZATO UN ORECCHIO - Il danno è avvenuto a un orecchio di uno dei molti moai, che rappresentano gli dei-antenati che proteggono l'isola, nel 1995 nominata patrimonio mondiale dell'umanità dall'Unesco. A incastrare Kulju sarebbero stati i suoi tatuaggi, riconosciuti da una donna locale che lo aveva sorpreso a danneggiare la statua sulla spiaggia di Anakena. Kulju aveva cercato di scappare nascondendo il pezzo di Moai.

mah! non c' é più rispetto per niente!Yell

E adesso un po' di statistiche:

Numero dei Moai:

  • Numero totale dei Moai sull' isola di Pasqua: 887
  • Numero totale dei Moai che furono trasportati con successo alla loro destinazione finale: 288 (32% of 887)
  • Numero totale dei Moai che ancora si trovano alla cava di Rano Raraku: 397 (45%)
  • Numero totale dei Moai che giacciono 'in transito' fuori dalla casa di Rano Raraku: 92 (10%) 

Dimensioni di un Moai medio:

  • Altezza: 13.29 piedi (4.05 metri)
  • Ampiezza alla base: 5.25 piedi (1.6 metri)
  • Ampiezza in cima (alla testa): 4.86 piedi (1.48 metri)
  • Volume totale: 210.48 piedi cubici (5.96 metri cubi)
  • Peso totale: 13.78 tonnellate 

dmk

22:26
17 agosto 2009


admin

Amministratore

messaggi3520

L'Isola di Pasqua è l'unica nell'area del Sud Pacifico ad aver sviluppato nella propria storia una scrittura propria. Contrariamente a quanto ci si potrebbe aspettare non si tratta di una scrittura che utilizza geroglifici.

Il rongorongo è una scrittura con andamento bustrofredico (non ha una direzione “fissa” ma procede in un senso fino al margine scrittorio e prosegue poi a ritroso nel senso opposto, secondo un procedimento “a nastro”, senza “andate a capo” ma con un andamento che ricorda quello de solchi tracciati dall'aratro in un campo) e, al momento, è stata solo parzialmente decifrata.

Non mancarono anche al riguardo della scrittura indigena forti controversie nel mondo scientifico, e cosí l' archeologo americano Kenneth P. Emory sostenne che le poche tavole scritte scoperte tra il 1722 e il 1868, non fossero altro che imitazioni fatte dalla popolazione indigena della scrittura usata dai primi scopritori dell'Isola di Pasqua.

La scrittura rongorongo non fu mai decifrata completamente e per molti decenni rimase incompresa. Fu solo grazie agli studi condotti dal tedesco Thomas Barthel e alla scoperta di una tavoletta che riportava un calendario lunare (oggi conservata nell'archivio dei SS Cuori a Grottaferrata nei pressi di Roma), la cosiddetta tavoletta Mamari, che si poté parzialmente decifrare alcuni simboli.

Al momento (2009) in tutto il mondo esistono soltanto 26 tavolette, in buone condizioni ed autentiche aldilà di ogni dubbio, scritte in rongorongo.

dmk

07:46
18 agosto 2009


Rose

Ospite

Davvero assurdi questi gesti che alcuni fanno contro un'opera d'arte, per attirare l'attenzione o semplicemente per vandalismo. E' di pochi giorni fa il lancio di una tazza di tè contro il cristallo che protegge la Gioconda.

Interessanti le informazioni sul rongorongo, Daniela.

Grottaferrata?!? che ci fa una tavoletta moài a Grottaferrata? Andavo a trovarci un'amica, l'anno che ho vissuto a Frascati. La mia parentesi di vita sui castelli romani … Surprised

13:56
18 agosto 2009


sandra

Ospite

La vendetta dei Moài - notizia del giorno

Un gruppo di turisti italiani ha dovuto rinunciare al proprio viaggio sull'isola di Pasqua, perchè gli abitandi dell'isola hanno occupato l'aereoporto, impedendo l'atterraggio dei velivoli, per dimostrare contro il turismo selvaggio. Surprised

19:01
18 agosto 2009


Manfredi

Ospite

e hanno fatto bene! non servirà a niente, purtroppo, ma sarebbe tempo di definire i limiti del turismo di massa in aree che pagano un prezzo altissimo per questa "aggressione" da parte di numeri incontrollati di persone.

naturalmente, l' avrete capito, odio il turismo di massa…Confused e odio i comportamenti dei turisti diseducati e ineducati che si accostano a luoghi splendidi senza cognizione di causa.

Ci sono posti dove un tramonto può costituire (e costituiva) un' esperienza "mistica": ora non più.

Penso al tramonto a Waikiki, per esempio: non è più lo stesso.

sarà inevitabile. ma è un gioco al massacro.

19:41
18 agosto 2009


borablu

Ospite

Waikiki ieri e oggi:

15

22:00
18 agosto 2009


Manfredi

Ospite

ecco, appunto: come dicevo.

Per molto tempo, Waikiki è stato un luogo di ritiro…Oggi il quartiere e la spiaggia sono considerati il centro dell'industria turistica delle Hawaii…

Aloha!!!!

22:31
18 agosto 2009


admin

Amministratore

messaggi3520

Come darti torto, Manfred? è allucinante vedere come le cose sono cambiate.

L' industria del turismo ha fatto accessibili luoghi che un tempo, la distanza difendeva.

Ha portato una cementificazione selvaggia e la totale mutazione degli skyline.

Sta accadendo ovunque. Almeno servisse a "ampliare" gli orizzonti mentali e spirituali delle persone! ma ho l' impressione che molti non "colgano lo spirito" dei luoghi, ma solo la "moda" di posti esotici, dove l' essenza originaria è andata disperdendosi nel vociare, nel frastuono, negli spettacoli appositi per i turisti, nella voglia di divertirsi a ogni costo per una manciata di giorni…

Questa è Bangkok oggi

dmk

23:18
18 agosto 2009


borablu

Ospite

ed è quasi impossibile credere che quegli orrendi manufatti di cemento armato abbiano sostituito, non moltissimi anni fa, una rete di canali solcati lentamente dalle giunche e dai mercati galleggianti…

21:39
19 agosto 2009


admin

Amministratore

messaggi3520

River Market

dmk

14:35
13 settembre 2010


admin

Amministratore

messaggi3520

Gli Incas

Le origini della civiltà Inca sono oscure e per lo più basate su leggende. Secondo alcuni miti locali gli Incas furono gli eredi di precendti culture e si stanziarono originariamente nella Valle di Cuzco tra il XIII e il XIV secolo d.C.

Gli Incas sottomisero alcuni gruppi etnici, inducendoli a combattere per loro, finendo con l' asservire ulteriori popolazioni, conquistate grazie ai popoli precedentemente inglobati tra i quali troviamo i Nasca, i Mochica e i Chimù. L'apogeo dell'impero inca avvenne nel XV secolo durante il regno dell'ottavo sovrano, Viracocha, e proseguì grazie a suo figlio Pachacuti portando alla conquista di tutto il bacino del Lago Titicaca. Grazie all'azione del sovrano Pachacuti e di suo figlio Topa, i possedimenti inca si espansero sempre più, inglobando i territori di popolazioni dalle quali gli Incas appresero pratiche agricole e assimilarono cultura e religione. La capitale dell'impero divenne Cuzco

L'impero era basato su un sistema di potere gerarchico: nella gerarchia il sovrano era ritenuto l'incarnazione del dio Sole ed sotto al suo potere vi erano i suoi familiari, i membri dell'aristocrazia militare, gli amministratori imperiali, i nobili locali ed infine tutti i contadini e gli artigiani. L'impero inca era suddiviso in quattro regioni, a loro volta ripartite in province, e raggruppate in unità socioeconomiche, che si contrapponevano alle proprietà familiari, cioè le minime unità terriere che venivano sfruttate dall'autorità centrale, controllate dagli amministratori imperiali e i cui prodotti venivano impiegati per la famiglia reale o immagazzinati in caso di emergenze. 

Nel 1532, quando i conquistadores giunsero in America meridionale capeggiati da Francisco Pizarro, l'impero Inca era divenuto una facile preda per gli spagnoli, a causa dell'indebolimento derivato dal conflitto dinastico tra i figli del sovrano Huayna Cápac morto nel 1525, Huàscar e Atahualpa, dei quali il secondo ebbe la meglio sul fratello. Di fatto gli Incas, certi che gli invasori fossero di natura divina, non opposero loro molta resistenza. Inoltre per ottenere il controllo dell'impero Inca, fortemente centralizzato,a Pizarro bastò catturare il suo sovrano ed ucciderlo. Nonostante ciò, la struttura originaria dell'impero rimase in vigore fino alla metà del 1500 circa, in contrasto con il dominio spagnolo. Nel 1570 circa il sovrano Tùpac Amaru tentò una ribellione che venne istantaneamente repressa e terminò con la sua impiccagione. 

dmk

14:38
13 settembre 2010


admin

Amministratore

messaggi3520

Analisi della creazione Incas Cristobal de Molina : LEGGENDE E RITI DEGLI INCAS, Ed. Il Cerchio (pagine 156) 

Scritto nel 1574, “Ritos y Fa' bulas de los Incas” e' un testo molto importante poiche' costituisce la piu' antica raccolta di miti e riti indios giunta fino a noi. Come sottolinea nella prefazione di questa prima edizione italiana Mario Polia . archeologo superesperto che attualmente dirige il programma di ricerche “Peru' Settentrionale” del Centro Studi Ligabue . l' autore, a quei tempi parroco dell' Ospedale per gli Indigeni del Cuzco, possiede una conoscenza straordinaria della religione incaica che certo non regge il paragone con quella offerta dalle altre cronache dell' epoca. Il volume comprende tre grandi temi: la creazione dell' uomo andino secondo le versioni autoctone, quindi l' Inca Yupanqui o “Pachacuti” e infine il calendario rituale di questa affascinante civilta' .

De Molina e' un cronista attento e scrupoloso, padrone del mestiere: il suo metodo e' rigorosamente obiettivo, senza alcuna sbavatura ne' di commenti ne' di intromissione di ricordi personali. E le sue fonti di informazione risultano piu' che attendibili, potendosi egli basare anche sull' esperienza trentennale di parroco che certo, nel confessionale, aveva ricevuto le testimonianze piu' sincere. Senza tralasciare che dispone di una competenza linguistica pressoche' insuperabile. Il libro termina incompiuto, ma non per questo si puo' ritenere insufficiente per conoscere e comprendere . anche da parte dei profani . la tradizione incaica. Infatti anche chi non si e' mai accostato a un libro di tema archeologico difficilmente sfuggira' al fascino della descrizione di un vasaio primordiale che col fango forma gli uomini , gia' addobbati dei loro vestiti colorati e completi di acconciature e copricapi vari , utilizzando, per fare cio', una materia prima preesistente. E piu' avanti il lettore sapra' come la gente fatta d' argilla, immersa nella terra di un luogo, “riemerga” poi dove e' stata destinata: e chi esce per primo si trasforma in pietra diventando “huaca”, ossia un oggetto sacro venerato da tutti. (M.L.)

http://archiviostorico.corriere.it

dmk

21:24
14 settembre 2010


admin

Amministratore

messaggi3520

dmk

22:32
14 settembre 2010


admin

Amministratore

messaggi3520

Leggevo oggi che ci sono ancora luoghi sulla terra dove i satelliti non arrivano e dove non si sa che cosa ci sia: lo chiamano vuoto geografico che è, oggi, l' equivalente della Terra incognita di un tempo. Così, per esempio, in Amazzonia ci sono molti fiumi di cui si ignora  la sorgente. Come il fiume Heath, che pure segna il confine fra Bolivia e Perù, ma ancora non si sa da dove nasca. Chissà che il vuoto geografico non nasconda misteri e, magari, qualche soluzione…Smile

Per molto tempo si è pensato che gli Incas non avessero una “scrittura”, invece si è scoperto che possedevano un loro “sistema” centrato sul quipu

costituito da una corda principale da cui pendevano una quantità di funicelle minori. Le funicelle secondarie avevano differenti colori e, su ciascuna di esse comparivano diversi nodi. Il tipo di colore, la natura dei nodi e la loro posizione rappresentavano informazioni differenziate che un lettore esperto di quipu era in grado di interpretare. Tutti gli studiosi moderni sono concordi nel ritenere che, tramite i quipu, gli Inca erano in grado di annotare dati statistici con una meticolosità impressionante.  Non si sa se fossero in grado, tramite i quipu, di trasmettere concetti astratti.

Si pensa, ma è solo una teoria al momento, che anche i tocapu costituissero un tipo sui generis di scrittura. Si tratta degli arazzi incaici, spesso di variopinti colori, decorati con motivi a scacchi comprensivi di figure geometriche. L'originalità di queste figure e la ripetitività dei segni rappresentati ha suggerito l'idea che si trattasse di una sorta di concetti espressi con quel metodo particolare 

dmk

23:26
15 settembre 2010


Manfredi

Ospite

affascinante mondo "perduto". sai, vero, che  i cosiddetti Manoscritti Miccinelli potrebbero offrire la chiave di lettura dei topacus e dei quipus?

Nei libri di storia si legge che gli incas furono l'unico popolo antico in grado di creare un grande impero senza conoscere l'uso della scrittura; che Francisco Pizarro sbaragliò gli eserciti con una fulminea operazione militare, condotta contro indigeni apparentemente incapaci di difendersi; che la distruzione del mondo incaico a opera di soldati ed evangelizzatori fu poi talmente violenta e repentina che quasi tutto quel che ne si sa lo si deve a pochi testi redatti dopo la Conquista. Oggi, però, lo straordinario ritrovamento di manoscritti, rinvenuti nel 1984 dalla studiosa Clara Miccinelli, getta una luce del tutto nuova su questi fatti e sulla stessa civiltà incaica e schiude scorci di verità finora ignoti. 

18:04
16 settembre 2010


Carmen

Ospite

interessante e quello del "vuoto geografico", lo trovo un po' inquetante però.

E pensare tutta questa arte è arrivata fino a noi, nonostante il tempo. Questo, io trovo sia fantastico.

Grazie!

Carmen



Info per il forum daniela manzini kuschnig' s weblog

Il più alto numero di utenti in linea: 783

Attualmente online:
5 Ospiti

Sta visualizzando Argomento:
1 Ospite

Statistiche del forum:

Gruppi:6
Forum:17
Argomenti:1657
Messaggi: 13100

Utenti attivi:

Hanno partecipato 31 ospiti

E' presente 1 amministratore

I più attivi:

Amministratori:admin (3520 Messaggi)