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Bernini e Canova

UtenteMessaggio

19:02
15 marzo 2009


admin

Amministratore

messaggi3520

dmk

20:20
15 marzo 2009


franco

Ospite

Un documentario davvero interessante Daniela.

Immagini ed inquadrature ricche di dettagli ben evidenziati ed un accompagnamento musicale intenso e struggente.

Un bellissimo video,

f

21:53
16 marzo 2009


sandra

Ospite

Ah, bèh! allora ditelo, qui si fa sul serio! Surprised

Che meraviglia questo video, cara admin daniela!

I top dei top: Bernini e Canova… la scultura al sul livello più raffinato. Surprised

22:13
16 marzo 2009


Rose

Ospite

Mi piacerebbe fare un confronto fra l'APOLLO E DAFNE di Bernini

dove sono evidenti la teatralità scenografica, il pathos e gli impulsi irrazionali.

E' una scultura d'azione e di sensazione, dove è rappresentato il momento culminante, l'attimo fuggente del divenire.

Grazie al 'trapano a violino', c'è una resa minuziosa dei particolari, con notevoli effetti pittorici.

E' un'allegoria dell'amore passionale e, come l'arte barocca in genere, vuole stupire e causare meraviglia.

e l'APOLLO E PSICHE di Canova.

In questo esempio di arte neoclassica, c'è una perfezione senza tempo ed un concetto del Bello, come nobile semplicità.

La composizione è perfettamente equilibrata. E' il trionfo della compostezza formale e della staticità classica. 

Apollo e Psiche sono rappresentati nell'attimo che precede il bacio, secondo le regole neoclassiche, per cui il pathos va contenuto.

E' un amore delicatamente sensuale, fatto soprattutto di contemplazione.

22:28
16 marzo 2009


admin

Amministratore

messaggi3520

Et voilà, Rose! Laugh interessante confronto: due "stili" per dire l' amore… due capolavori fuori dal tempo. 

dmk

22:42
16 marzo 2009


Rose

Ospite

Embarassed Sai che l'arte mi appassiona, daniela e ho sempre i miei appunti

a portata di mano. Embarassed

Per la gioia di franco, riposto questo particolare:

23:13
16 marzo 2009


franco

Ospite

una "gioia" di cui ti sono grato, Rose.

In effetti, quando la materia acquista questa morbidezza e cedevolezza al tatto, sia pur mediato, di quella mano che più che sorreggere, pare…saggiare, credo davvero che alla scultura non si possa chiedere altro.

Personalmente amo più il barocco e credo che sia stato spesso troppo malgiudicato, naturalmente ha molto da farsi perdonare, ma lo preferisco alla freddezza del neoclassicismo, anche se di quest'ultimo ammiro la suprema eleganza.

Un percorso entusiasmante di splendide immagini e di preziosi apporti.

f

23:23
16 marzo 2009


Rose

Ospite

difficile non essere d'accordo con te, per quanto riguarda il barocco, franco. Tuttavia, non è come se dicesse TUTTO, ma proprio tutto? In modo magnifico, naturalmente.

Vi ricordate, qualche tempo fa, quando si parlava del 'non finito' di michelangelo, di come, in qualche modo rappresenti meglio i moti più segreti a oscuri dell'animo …

Io la trovo una scultura più moderna e più adatta al 'male di vivere'

del nostro tempo.  (Ovviamente, se voglio godere davvero, vado a guardarmi

il Michelangelo giovanile o Bernini)

23:47
16 marzo 2009


franco

Ospite

Sono d'accordo Rose,

E' senz'altro vero che l'epoca moderna, come d'altra parte ogni epoca in quanto tale, si accosta all'opera d'arte cercando ciò che più sente in sintonia con la propria sensibilità.

Il "suggerito", più che il "definito", è certamente più vicino al nostro sentire.

Tuttavia al barocco va riconosciuta la capacità di infrangere schemi consolidati, come anche l'utilizzo temerario di tecniche diverse, fondendole come in precedenza era del tutto impensabile e infine la conquista dello spazio come se ogni ambiente fosse un'immensa scenografia senza più limiti.

Naturalmente spesso soccombe allo scopo dichiaratamente celebrativo e questo la rende insincera facendomi tornare al mio adorato romanico e alla sua "modernissima" espressività.

Un augurio di buona e serena notte a tutte/i

f

21:35
17 marzo 2009


admin

Amministratore

messaggi3520

Sulla Pietà Rondanini concordo appieno, Rose. Personalmente poi, la sento molto vicina al mio modo di “sentire”.

Franco, da modenese, quali sono le mie origini, non posso esimermi a postare questo, dopo il tuo accenno al romanico e alla “sua modernissima” espressività.”.

dmk

22:19
17 marzo 2009


Rose

Ospite

Ah! daniela, il duomo di Modena. Wiligelmo e la sua 'Bibbia di pietra'. La Genesi raccontata al popolo, praticamente, 'a fumetti' Smile. Bellissimo!

22:35
17 marzo 2009


franco

Ospite

Meraviglioso il duomo di Modena, Daniela.

E proprio come dice Rose,

E' davvero un racconto in cui lo scalpello sostituisce la penna, mantenendo intatta la profondità e la verità del testo.

Siamo già in un romanico maturo di cui Wiligelmo si fa interprete e protagonista per almeno due secoli.

Ma io amo anche e soprattutto i secoli così detti “bui”, ma che per me hanno un fascino incredibile.

Quiesto altare del duca Rachis ad es. è della metà dell'ottavo secolo e davvero è di una modernità assoluta, almeno a me così pare.

f

22:46
17 marzo 2009


Rose

Ospite

Forse è la bidimensionalità, franco e la mancanza di quella ricerca di bellezza che hanno caratterizzati i secoli d'oro dell'arte rinascimentale e barocca.

Mi chiedo se queste caratteristiche fossero una scelta consapevole, come dal post-impressionismo in poi o se esprimessero le capacità del tempo. Personalmente, opterei per la seconda ipotesi.

23:06
17 marzo 2009


franco

Ospite

Forse è come dici tu, ma non ne sono affatto certo.

Naturalismo ed astrattismo, imitazione del reale e stilemi, si sono sempre avvicendati nel corso della storia dell'arte e persino sono stati coesistenti in aree geografiche diverse.

Non penso che un' attenzione minore alla definizione delle forme e del vero, sia solo dettata da un'incapacità tecnica, semplicemente “leggevano” nell'opera altre cose, attraverso chiavi di interpretazione che molto spesso ci sfuggono totalmente.

“Loro” si meraviglierebbero molto dei nostri modi di accostarci all'opera, cogliendo ciò che a loro parere sembrerebbe marginale e non apprezzando ciò che per loro ne rappresenterebbe il valore.

Però a me piace questo linearismo che scrive sulla pietra senza violarla in profondità, lasciando alla luce radente il ruolo di voce narrante.

f

23:14
17 marzo 2009


admin

Amministratore

messaggi3520

Ho visto l' altare del duca Rachis a Cividale. L' arte "longobarda" ha una espressività stupefacente. 

dmk

23:27
17 marzo 2009


Rose

Ospite

Molto interessante la tua spiegazione, franco. Mi chiedo se, in assenza di televisione ed altri mezzi di intrattenimento, le persone sviluppassero una maggiore sensibilità e capacità di apprezzare l'arte.

Questa cosa della 'luce radente' è bellissimo … è come amare qualcuno 'di sguincio', per non scoprirsi troppo o non turbare troppo l'altro. Smile

Bella inquadratura, daniela, quella dell'altare. Ma, è un pezzo unico di marmo? Massiccio? Surprised

23:44
17 marzo 2009


franco

Ospite

davvero un bello scorcio Daniela.

Non è marmo Dolcerose,

è una pietra chiara, probabilmente d'Istria, ed è proprio un unico parallelepipedo di circa 1 mt e mezzo, per 90 e quasi altrettanto d'altezza.

Questo rende ancora più accentuato il contrasto del rilievo così basso con la massiccia volumetria del blocco.

f



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