ma se fosse
il mistero che tutto per-v-ade e genera
in-cor-rotto
senza che alcuna risposta
si faccia
viva nella bocca
nella carne tormentata da domande
e vacue riflessioni di un io che si moltiplica
come una pioggia che arde e porta incendi ovunque.
Visionaretà del finito che sogna!
Tutto ciò che nel sangue si fa nostro
corpo di memoria e si spegne
acceca e accerchia quella natura che è là
fuori nel nostro dentro
in un nodo in-es-plicabile.
L'indovina
ogni mano
aperta all'accoglienza e non sa
nulla quel suo varco
mandato a mente che vorrebbe
afferrare l'altro
fare proprio
quel mondo che tocca e
lo disabita
lo spoglia dei suoi vivi
semi di luce e ombra.
in-tangibile sempre.
*
Questa è un'altra traduzione della stessa poesia,riportata in lingua originale…se qualcuno conosce il turco!
Fal
Eşiğine dayanıp seyirdiğim
cansız doğa: Bir çingene geldi
gece, ellerimi açtı ve uzun,
dingin bir yağmur düştü yüzüne:
“Her şey geçer sen geçmezsin”.
Güldüm, katıldım: Bilmem mi
kuytudan beslenen yorgun tekliğimi:
Ben amansız çatlak, sudan ve çıradan
çıkma yangın lehçesi: Her şey geçer
ben kalırım.
Enis Batur
*
Predizione
Natura morta che pulso appoggiato
sul suo varco: arrivò una zingara
la notte, mi aprì le mani e una lunga,
serena pioggia le cadde sul viso:
“Passa tutto, ma tu non passi”.
Risi: soffocato, di sasso, d'accordo: certo conosco
la mia stanca unicità nutrita nel rifugio:
io, crudele incrinatura, dialetto d'incendio
originario d'acqua e resina: Passa tutto
ed io rimango.
Enis Batur