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UtenteMessaggio

23:34
22 dicembre 2009


admin

Amministratore

messaggi3520

Giotto, Natale di Greccio, Basilica superiore di Assisi

Sandro Botticelli

Domenico Ghirlandaio

dmk

23:36
22 dicembre 2009


admin

Amministratore

messaggi3520

Correggio

dmk

11:27
23 dicembre 2009


Rose

Ospite

Il testo evangelico dal quale dovevano nascere tutti i presepi è quello di Luca: “Ora, in quei giorni uscì un editto di Cesare Augusto che ordinava il censimento di tutto l'impero… Tutti partivano per farsi iscrivere, ciascuno dalla propria città. Anche Giuseppe salì dalla Galilea, dalla città di Nazaret in Giudea, alla città di Davie, chiamata Betlemme, per farsi iscrivere, con Maria sua sposa che era incinta, Ora, mentre essi si trovavano là, giunse per lei il tempo del parto e partorì il suo figlio primogenito, lo avvolse in fasce e lo pose a giacere in una mangiatoia, perchè non c'era posto per loro nell'albergo”. (Lu: 2:1-7)

Poi, per non citare tutto il brano, sappiamo che un angelo avvertì i pastori a guardia dei greggi e che questi andarono alla grotta.

Quindi, lo schema della Natività è questo: il Bambino, Maria, Giuseppe, alcuni angeli, i pastori. La stessa presenza del bue e dell'asinello non si trova nei vangeli canonici, ma è stata accettata dalla tradizione, provenendo dal cosiddetto Protovangelo di Giacomo, uno dei vangeli apocrifi, scritti nei secoli successivi al ministero di Gesù.

Il primo presepe vero e proprio, risalirebbe a Francesco d'Assisi, che lo volle rappresentare nella notte di Greccio, influenzando tutta l'iconografia natalizia successiva, a partire da Giotto.

Tuttavia, mentre i presepi popolari hanno conservato nel tempo il carattere evangelico della semplicità, le Natività artistiche hanno riflesso via via non solo l'impronta dell'artista, ma anche quella dell'epoca in cui viveva.  Spesso troviamo rappresentati gli stessi committenti, mentre vanno in pompa magna a rendere omaggio al Bambinello, come nella Cappella dei Magi a Palazzo Medici, dove intere pareti di affreschi fanno da contorno alla natività vera e propria.

La parete est: il corteo guidato da Lorenzo il Magnifico e suo nonno Cosimo il Vecchio; dietro di loro, illustri fiorentini.

La stessa Natività (qui nella cappella, una copia di quella di Francesco Lippi) è completamente uscita dal canone: Gesù Bambino, completamente nudo, è adagiato sopra un prato dipinto. Scomparsa la mangiatoia, la stalla, i pastori, per non parlare degli animali.

 

Benozzo Gozzoli, chiamato a completare la scena, dipinge turbe di angeli che volano tra le nubi e scendono in terra, tra aiuole fiorite:

19:16
23 dicembre 2009


admin

Amministratore

messaggi3520

Ti ringrazio, cara Rose, per aver postato la copia del dipinto di Fra Filippo Lippi: ieri sera l' ho cercata ovunque, senza risultato. Ed é una Natività che mi intriga, proprio per l' ambientazione, così fuori dai “canoni” tradizionali, in un bosco illuminato da una luce che trafila la storia stessa dell' accadimento, fra Angeli adoranti, uccelli d' ogni specie, piante di ogni essenza, fiori di ogni varietà.
E' vero quello che hai scritto su certe Natività “artistiche”, che hanno assunto un carattere che potremmo definire mondano, Nelle Natività di Domenico Ghirlandaio, di Sandro Botticelli, il nucleo religioso viene ridotto al minimo, mentre l' accessorio, si potrebbe dire il profano, occupa la maggior parte dello spazio.
La nascita di Gesù, nel Rinascimento, é un pretesto per la celebrazione della potenza e della ricchezza.
Un solo artista, il più sensitivo e spirituale, Sandro Botticelli, avverte la vanità di quella pittura. Il Botticelli, dopo aver dipinto Natività piene di personaggi estranei, compone una Natività fortemente allegorica, dove il Bambino non é più al centro di un mondo volto alla mondanità, ma si trova al centro della lotta fra il bene e il male. Angeli abbracciano uomini di buona volontà, mentre diavoli si rintanano nelle screpolature della roccia. E' la Natività mistica, la cui immagine ho postato sopra.


Nei periodi successivi (secondo Cinquecento e Seicento), l' arte dimentica ogni descrittivismo e il Bambino é raffigurato come un grumo di luce che splende in mezzo alla scena e respinge le ombre ai margini del del dipinto. Nascono così i capolavori di Correggio e Tintoretto.


E nascono i Presepi tutto miracolo, quei Presepi che oggi possono sembrare abbastanza enfatici, ma rappresentano invece l' apice di un' arte che gareggia con l' estasi.

dmk

19:17
23 dicembre 2009


admin

Amministratore

messaggi3520

Tintoretto, Adorazione dei pastori, Sala Grande, Scuola di San Rocco, Venezia.

dmk

19:34
23 dicembre 2009


Manfredi

Ospite

io propongo la Natività di Jacopo da Ponte, detto Jacopo Bassano, pittore veneto del XVI secolo – rivalutato solo nel '900 – che, dopo gli interessi iniziali per il tonalismo di Giorgione e Tiziano, si dedicò a una pittura di tocco con colori freddi e cangianti, riproducendo sempre più temi religiosi trasformandoli in scene pastorali :

19:36
23 dicembre 2009


Manfredi

Ospite

e poi questa di El Greco (al Prado)

21:53
23 dicembre 2009


Rose

Ospite

Anche la Natività del Botticelli è molto interessante, come evidenziato già da Daniela. Innanzi tutto, così diversa dalla sua precedente produzione. Al servizio dei Medici, Botticelli ne aveva interpretato fedelmente la politica culturale umanistica. Si deve a lui l'aver riportato in vita l'interesse per i soggetti mitologici. Pensiamo solo alla Primavera o alla Nascita di Venere, quadri dove regnano armonia e leggerezza, raffinatezza e  spiritualità secondo la filosofia neo-platonica che considerava la Bellezza un tramite per avvicinarsi a Dio.

Avanti negli anni, Botticelli divenne preda di una profonda crisi mistica, influenzato probabilmente dalle prediche di Savonarola. Aderì al suo movimento religioso e le sue opere successive rivelano una profonda inquietudine.

La Natività che dipinge contiene diversi ammonimenti a pentirsi e a ritornare ai valori spirituali del passato. La stessa tecnica pittorica che usa pare aver abbandonato i raggiungimenti del suo tempo, nel campo della prospettiva e del controllo armonico del moto e delle masse e riprende uno stile gotico-medievale.

Non sono cortei di vari personaggi a visitare il Bambinello, ma penitenti e l'epigrafe in cima al quadro fa riferimento ai tempi pericolosi che l'Italia stava attraversando e alla venuta dell'Apocalisse.

Ripropongo l'immagine, per comodità:

22:26
23 dicembre 2009


Manfredi

Ospite

Caravaggio, Natività

rubata nel 1969 e mai più ritrovata: "Rosicchiata dai topi e poi bruciata": E' l'affermazione del pentito Gaspare Spatuzza sulla fine del quadro di Caravaggio.  

"Negli anni più cupi della sua breve esistenza, quelli nei quali maturò un'amara consapevolezza della condizione umana, Caravaggio preannuncia con quest'opera l'irreversibile riduzione luministica che caratterizzerà la sua ultima produzione e svela ancora una volta una religiosità intimamente legata al senso doloroso della vita: lo sguardo della Madonna verso il Bambino è, difatti, assorto e malinconico, quasi ne presagisse la tragica fine, mentre San Giuseppe, di spalle, dialoga, forse concitatamente, con un personaggio posto accanto a San Francesco. Il tutto in un'atmosfera da "veglia funebre" più che da "gioiosa festa", che non può non rimandare al drammatico epilogo dell'esistenza di Gesù. Il tema evangelico della Natività è riletto in modo assai originale dall'autore, che, trasgredendo gli schemi iconografici tradizionali, assegna ai personaggi le fattezze della gente semplice e ritrae la Madonna nelle sembianze di un'umile popolana, conferendole, proprio in virtù di questo, una singolare intensità espressiva e rendendo come nessun altro il senso della quotidianità del sacro."

http://www.italica.rai.it

23:03
23 dicembre 2009


admin

Amministratore

messaggi3520

Rubens, Natività, Pinacoteca comunale, Fermo

" Furono contemporanei, Rubens e Caravaggio, due vite parallele che si trovarono in Italia nello stesso periodo ma, per quegli strani scherzi che a volte gioca il destino, non si incontrarono mai. L'uno in giro per l'Italia ad assolvere l'incarico di consulente artistico per conto dei Gonzaga di Mantova, l'altro braccato da un implacabile "bando capitale" di sentenza di morte che lo costringeva a fuggire, ramingo, da una città all'altra…

In Rubens l'immaginazione è forza vitale, quindi il passato è vita che prosegue nel presente, che si traduce perciò nell'intensa vitalità delle immagini. Fenomenica che è frutto di immaginazione, sia essa naturale o soprannaturale, che essendo rappresentazione viene resa come sensazione viva e reale dalla pittura. In ciò la sostanziale differenza con Caravaggio, col suo rigoroso realismo per cui è la realtà tout court a far problema…"

Nino Principato

dmk

15:57
24 dicembre 2009


sandra

Ospite

Ancora Domenico Ghirlandaio

di Bernardino di Betto detto il Pinturicchio

(una bella scenografia)

17:38
24 dicembre 2009


fernirosso

Ospite

Jean Fouquet, Dittico di Melun - Madonna con Bambino e cherubini, 1450 ca., tavola 93x85cm, Musée Royal des Beaux-Arts di Anversa

Jean Fouquet, Dittico di Melun – Madonna con Bambino e cherubini, tavola 93×85cm, Musée Royal des Beaux-Arts di Anversa.

pensate che questa rappresentazione è del 1450.Incredibile no?

18:25
26 dicembre 2009


sandra

Ospite

Infatti, Ferni. E' un po' surreale… quel pallore inquietante…

(non vorrei suonare dissacrante, ma il seno è rifatto e poi ne ha uno a Torino e l'altro a Milano)

e i putti, non si sa se siano putti o diavoletti, dal colore… sì, decisamente inquietante. Chissà chi è l'artista. sarebbe interessante saperne di più, ma ora non ho tempo… mi aspetta un altro round di cene famigliari.

Povera me!

19:05
26 dicembre 2009


admin

Amministratore

messaggi3520

Sandrina, ti presnto… Jean FouquetLaugh

pittore e miniatore francese (1420 circa – 1481), massimo rappresentante della pittura del suo paese nel XV secolo. 

Ecco il Dittico di Melun (oggi smembrato)

nella sua interezza:

A sinistra, Etienne Chevalier presentato da santo Stefano  a destra la Madonna del latte in trono col BambinoL'opera risale a dopo il rientro di Jean Fouquet in Francia in seguito al viaggio in Italia.

Molti sono gli elementi di commistione fra tradizione italiana e mondo transalpino, per i quali Jean Fouquet fu una figura di incontro e fusione. le grandiose figure del committente e del patrono sono grandiose e individuate con incisività, secondo la tradizione della statuaria gotica del nord Europa, mentre l'ambiente in cui si trovano rimanda ad esempi italiani.

La Madonna invece è impostata su una composizione piramidale, memore delle opere italiane, così come è ispirata al Rinascimento fiorentino la sintesi geometrica delle sue forme (volto ovale, seno sferico), che paiono intagliate nell'avorio, la posa e la robustezza del Bambino. La luce studiata analiticamente, come nelle gemme del trono e della corona, e il gusto per la linea di contorno sono invece caratteristica di marca più prettamente nordica.

Da Wikipedia

dmk

19:15
26 dicembre 2009


Rose

Ospite

I personaggi di sinistra sono più normali, ma i colori dell'altro quadro sono davvero innaturali, non trovi, Daniela? Surprised (un po' di ragione ce l'ha, Sandra)

21:39
26 dicembre 2009


admin

Amministratore

messaggi3520

Penso che rispondano a una tradizione pittorica e a un gusto diversi dai nostri e ai quali non siamo avvezzi. Per questo, forse, sembrano inquietanti a SandrinaLaugh magari i cherubini sono rossi e blu per un qualche simbolismo che non conosco…

Il pallore della Vergine mi ha molto colpita, ma non in senso negativo: è come un modo per esaltarne la bellezza, la purezza, per distinguerla ponendola in un alone di sovrumano. Poi, magari, le mie pensate sono solo stupidaggini.

dmk

10:35
27 dicembre 2009


sandra

Ospite

Grazie alla signora Admin per il dittico. Accostando i due quadri, più che mai la Natività sembra irreale, più che spirituale… Molto moderna, però.



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