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UtenteMessaggio

17:12
13 maggio 2011


fernirosso

Ospite

 

Apro il baule.

Sta chiuso da anni.

Riposta nel sonno

senza accesso nella memoria  senza scampo

mi riporto indietro. Ora   separata

sento di fatto la catena   accanto ai miei piedi

pensavo che niente mi avrebbe fermato.

Entrare in una cassa

non richiede resistenza

eppure   sentire che  la vita, tutta la vita

e tutto nella tua esistenza

è un mobile

con una serratura troppo grande

ti accorgi che dentro ci passano tutti

figli e padri le madri  intere generazioni scarrozzate sulla rullabile

sensazione del tempo che s’insegue e tu sei la specie braccata

tu: una fila senza fine modellata come il corpo di una donna o  una terra

dentro quel corpo.

E trovi calandoti come dentro un relitto

altre chiavi e porte e sforzi quei cardini cigolanti

attraversi le  soglie smarrite dentro un occhio di vetro

un occhio che non piange allo scorrere di te

riflessa in quei locali     sentieri perduti tra le stanze dell’immobile

dentro il tuo corpo sommerso da anniversari

e diari e righe di scorta alla tua nuova annunciazione

quella gerarchica geriatria senza fedeltà del cuore

dove sei tu la materia del libro da assaggiare.

Niente da meditare ma carne

da sbranare capitolo per capitolo

restando qui senza fuggire

senza abbandonare se stessi senza oltre senza altro sangue

se non quello per la morte   quando verrà  a prendersi il pedaggio

e aprirà altri varchi dentro questa stessa  vita

stanza che si apre e chiude   e precisa in noi

ciò che noi siamo.

Mortale sarà il sesso

lotto tenace

bosco per cui si affilarono le guerre e oggi sparge a vanvera i suoi semi

tra vecchi senza ripari già nel siparietto della morte

in capannelli d’ore  dentro il  relitto delle parole

mappe senza cartigli  e fatti

di sabbie mobili  sopra tesori arrugginiti .

Ho toccato la parete e la storia ha reagito

ha soffiato nel mio volto annegato un fiume di sale

la prova del danno   la rosa  consumata  il disastro annodato agli assi

ogni stele  innalzata curvata nelle ossa. Qui, non altrove, c’è tutta la storia

la babele e il filantropo verme del barile dove i semi stanno a marcire

l’ordinario susseguirsi dei giorni

senza orgoglio se non la lettura   senza altro peso

se non la leggerezza a cui la vita stessa

autorizza ciascuno di noi, lettori di letture parziali

soggette per natura ad assaggi temporali.

21:03
14 maggio 2011


Manfredi

Ospite

appena mi passa il mal di testa, ri-leggo e approfondisco, fernirosso. adesso vado a prendere una qualsiasi pasticca antidolorifica. scusa, eh….

15:20
15 maggio 2011


fernirosso

Ospite

nessun problema, ho avuto il mal di testa anch'io,come ina lancia conficcata esatta dentro il centro del cervello,spacco attraverso il centro del cranio e… ho resistito, detesto il veleno dei medicamenti, hanno tutti un esito nefasto in me.f

21:16
15 maggio 2011


admin

Amministratore

messaggi3520

Credo che siano questi continui sbalzi di temperatura: qui da me oggi ci sono stati 14 gradi in meno di ieri. Io ho una nevralgia del trigemino che mi fa impazzire e sono come Ferni, i medicinali mi causano effetti spiacevoli… così mi arrangio finché riesco…

Il tuo Mi sono decisa, Ferni, é, per me, di grande suggestione: l' apertura del baule, l' entrarvi e ritrovarvi l' intera vita e, e più ancora, riscoprire la catena dei vincoli umani:

una fila senza fine modellata come il corpo di una donna o  una terra

dentro quel corpo…

e poi l' apertura alla morte:

quando verrà  a prendersi il pedaggio

e aprirà altri varchi dentro questa stessa  vita

stanza che si apre e chiude   e precisa in noi

ciò che noi siamo.

la "storia", fatta di tutti e di tutto, dall' origine alla marcescenza, la "vita" che permette la leggerezza a noi, che, aprendo porta dopo porta, forzando serratura dopo serratura, siamo infine

lettori di letture parziali

soggette per natura ad assaggi temporali.

Grazie, Ferni.

dmk

21:24
15 maggio 2011


admin

Amministratore

messaggi3520

Mi sono dimenticata (colpa della nevralgiaSmile): molto molto indicato il video, perfettamente "intonato" al testo: il passaggio di stanza in stanza in atmosfera dark, sotterranea e sommersa, i personaggi stessi, il sottofondo musicale commentano in pieno l' idea del testo.

dmk



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