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UtenteMessaggio

18:31
22 febbraio 2011


Carmen

Ospite

 

Lasciò le scarpe slacciate all’uscio

poi varcò la soglia, lei, che per mestiere,

il dolore infiammava in gioia.

È dolce il ricordo dei vagiti profumati

di lavanda, la percezione del divino,

ma Francesca è già lontana.

 

A Delta, la Dama sfiorò con lievi gesti

il Sudario d’acqua,

che Vita sapeva a sorgente.

 

Carmen

 

*Francesca era ostetrica.

18:56
22 febbraio 2011


admin

Amministratore

messaggi3520

Ecco come fare di una vita (e di una morte) un mito. Perché il mito è anche questo: vedere nell' apparente "normalità", l' eccezionalità di una persona, coglierne il valore affettivo, la sua dedizione a un "mestiere", il suo sfiorare lievemente il "Sudario d' acqua", simbolico rimando alla vita che perenne sgorga… Molto bella, Carmen, grazie.

dmk

23:17
22 febbraio 2011


Carmen

Ospite

Ti ringrazio Daniela. Mi sento di parlare di Francesca, perché le mie poesie sgorgano dallla vita di tutti i giorni e dalla morte di tutti i giorni. Non ho bisogno di inventarmi  niente.

Francesca era mia cognata che ci è mancata a novembre, una figura forte della famiglia di mio marito. Una persona diretta che mica te la mandava a dire, però nel contempo ti dava pure la possibilità di contraddirla. Insomma, una persona speciale.

Ostetrica, dunque, molte vite ha raccolto nelle sue mani, ha aiutato me a partorire la mia prima figlia, eppure Natura la fece sterile.

Adottò una bambina, che adesso a sua volta è madre, non sa che Francesca non è sua madre biologica, si è portato nella tomba questo segreto confidando in noi, che sappiamo,  di stare zitti. E io sto zitta, perché non è forse più  forte la madre che cresce una creatura con tanto amore come ha fatto Francesca, in confronto alla madre che una volta partorito il figlio si rifiuta di essere tale, a che servirebbe svelare una verità che sconvolgerebbe una vita? O, forse la figlia sa, e non dice.

Ce ne sarebbe da raccontare sulla figura eccezionale di Francesca, che oltrettutto ha mantenuto suo marito in salute, in stato uno di ictus per tanti anni.

Con Francesca ho avuto dall'inizio un rapporto di pathos particolare, proprio perché avevo capito che sotto la sua dura corteccia, c'era una grande Anima. E allora, siccome mi mancava dedicarle qualcosa di mio, stamattina mi sono svegliata pensando a lei e questo ho scritto.

Buona notte, Daniela.

 

Carmen

08:47
23 febbraio 2011


Elina

Ospite

una presenza solida, un'esistenza dedicata alla vita nelle sue fasi, nei suoi travagli

condivido il tuo modo di fare poesia Carmen, il portarci figure reali che raccontano i giorni

chi scrive lascia passare il proprio mondo, fa fluire i propri pensieri, in apertura verso sè e il lettore

m piace pensare spesso al "volo poetico" che è il respiro vitale che amiamo attraversare con le nostre parole e quando queste descrivono chi amiamo si fanno "perle"

12:30
23 febbraio 2011


VOBO

Ospite

Sai Carmen io sono cresciuto in un paesino di montagna, in quei tempi nei paesi c'era il medico condotto e, per i paesi più fortunati,la levatrice (ostetrica) … il mio era un paese fortunato … la levatrice era un'autorità ed io la ricordo molto bene, quando è morta io avevo quasi trent'anni … corrisponde esattamente alla tua descrizione … anche lei donna all'apparenza burbera, ma sempre pronta in caso di necessità, a qualsiasi ora del giorno o della notte …

La tua poesia è bella già di suo, in più per me vuol dire ricordare una grande donna che, così appare dalla tua descrizione, non era sola, aveva almeno un'altra donne come lei: tua cognata.

Ciao … VOBO

18:34
23 febbraio 2011


Carmen

Ospite

Grazie Elina, sei molto gentile.

 

Si VOBO, forse per essere ostetriche bisognava avere quel ti di carattere.

Grazie per la lettura.

 

Un abbraccio a tutte e due e buona serata!

 

Carmen

18:50
23 febbraio 2011


Manfredi

Ospite

bella davvero. la trasposizione dal piano "normale" a quello "eccezionale" – come nota dmk – avviene in scioltezza e, anche per questo, é da apprezzare. l' uso del lessico, spontaneo fluire di immagini metaforiche, porta il lettore con naturalezza da un piano all' altro. un ricordo in memoriam veramente notevole.



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