Calava un rutilante sole sul rustico cammino verso casa ad addolcire un po' della fatica dei ruvidi giorni dei contadini andavano verso sera con il guizzo di quel sole che restava negli occhi dopo aver governato sullo storno della stagione, potando
la stanchezza poi si affievoliva all'odor del cibo e della madre in cucina, era gente genuina come il latte appena munto non c'era tempo per scarpe di costosa malinconia né per la vanesia qui si pensava a come fare per superare il domani si facevano i conti e s'indossavano gli stivali
avevano imparato senza scuola a dominare il vento quando ruggiva tra i rami e aiutare gli animali a partorire a costruire la palazzina che pareva un castello sapevano come rinvigorire la terra con le mani sporche dal letame tiravano avanti tra un seme e l'altro
sul tavolo di legno c'era sempre un bicchiere pieno e l'odor di pane appena cotto al forno e cuori che si riscaldavano a sera davanti a ceppi ardenti i figli ascoltavano il padre raccontare dello sterile passato e del raccolto del presente mentre la madre sferruzzava sul futuro in silenzio.
Un quadro di vita dura, senza sconti alla fatica, di vita semplice, portata avanti con quotidiano impegno, nella speranza del raccolto. Immagine dopo immagine, una più suggestiva dell' altra nella funzione espressiva, si articola un disegno che ha il profumo di una conquista.