Utente | Messaggio |
23:15 5 febbraio 2009
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16:19 6 febbraio 2009
| franco
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17:51 6 febbraio 2009
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lettere dal fronte… il carteggio della paura, della speranza, dei ricordi portati appresso in guerra per vincere la nostalgia, i documenti dei giorni, dei mesi, degli anni spesi a… difendere "le sacre sponde" o semplicemente a stare là dove si era deciso uno dovesse stare. Mi viene in mente Mediterraneo. Anche se adesso stanno trasmettendo Tempo di vivere, tempo di morire.
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19:14 6 febbraio 2009
| admin
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19:26 6 febbraio 2009
| Rose
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Ragazzi, questo sembra essere diventato un topic sulla scrittura, ormai! 
O è tutta una cosa introduttiva, in attesa che qualcuno posti un suo scritto
in prosa? Belle le immagini … quella di franco che ci riporta indietro di un secolo,
quasi ed ha ispirato un commento breve, ma significativo di daniela. Bella l'ultima
immagine a provare che in ogni tempo, ad ogni latitudine, la scrittura è sempre stata
qualcosa di affascinante e magico.
Credo che quando qualcuno vorrà inviare un suo scritto in prosa, aprirà un nuovo
post, giusto, daniela?
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21:48 7 febbraio 2009
| admin
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certo, rose! 
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09:53 8 febbraio 2009
| franco
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la lettera – Vermeer
c'è un universo di possibili congetture sul contenuto di quella lettera.
sarà un sorriso radioso e un premere di quel foglio sulle labbra, a suggellare la fine dell'ansiosa lettura?
O uno scorato abbandono dell braccio e della mano che la sostiene,
o peggio un accartocciare furioso e indispettito del foglio?
Potrebbe naturalmente non avere nessuna implicazione affettiva, ma alla giovinezza e alla grazia di quel volto assorto, si associa così spontaneamente un pensiero di natura sentimentale.
Il senso di quello scritto sfugge, ma lo spendore dell'opera appare in tutta la sua evidenza per quello che è: la creazione di un genio.
f
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10:55 8 febbraio 2009
| Rose
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Questo intervento di franco sarebbe stato degno di un post a sè, in questa sezione
che può contenere anche i nostri commenti o critiche ad opere d'arte che apprezziamo
in modo particolare o ci hanno colpito.
Interessanti le considerazioni di franco e “l'universo di possibili congetture”
che analizza.
Lo stato di avanzata gravidanza della donna mi fa pensare ad una lettura ansiosa
della lettera, che contrasta con l'atmosfera austera e ordinata dell'ambiente.
Un occhio attento all'universo e alla psicologia femminili, quello di Vermeer, che spesso
ha scelto donne, come soggetto dei suoi quadri.
 
Scusate la dimensione. Spero di essere dentro il max consentito. In questo link :
http://pagesperso-orange.fr/ya…..aliano.htm
si trovano moltissime opere di Vermeer, in una buona definizione, ma piuttosto grandi.
Una bella carrellata di volti femminili, colti in vari momenti della giornata e varie attività.
Ringrazio franco per avermi indotto a fare questa piccola ricerca. 
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12:47 8 febbraio 2009
| franco
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grazie a te Rose, sempre così pronta a cogliere, approfondire ed arricchire spunti e motivi di riflessione, e un grazie anche a Daniela che ha così brillantemente ed umanamente dato voce a quel povero, ignoto soldato.
 
scrivere il proprio nome, cioè firmare.
Michelangelo lo fece una volta sola in tutta la sua vita, proprio sulla fascia che attraversa il seno di Maria in questa sua miracolosa Pietà.
Aveva 25 anni e pare che sentisse qualcuno equivocare sulla paternità dell'opera, da qui il moto che lo spinse a dichiararsi.
Non ne avrebbe avuto più bisogno
Ps nella clausola del contratto col committente, si era impegnato a realizzare “la più bella opera in marmo” allora presente in Roma, direi non prometteva a vanvera.
f
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14:34 8 febbraio 2009
| admin
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La firma:
per attestare la paternità di un' opera d' arte, come nel caso di Michelangelo o di una scrittura, per chiudere una lettera, per siglare un contratto, per sottoscrivere una petizione, per indicare una precisa volontà, insomma un segno “importante”.
Curiosità: i sultani ottomani usavano come firma la “tughra” sia nei documenti ufficiali che nella più normale corrispondenza. La tughra costituiva uno dei più preziosi esempi della “calligrafia” araba.
 Tughra di Mahmud II
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21:14 8 febbraio 2009
| Rose
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Interessante questa cosa della tughra. Non ho ben capito se era uno 'svolazzo' prima del nome (come fanno alcuni, anche oggi) o una specie di timbro o sigillo.
 
Vorrei chiedere a franco, il nostro esperto di scultura (non sto scherzando, lui la lavora davvero la pietra) se davvero la Pietà è stato l'unica opera firmata da Michelangelo. E gli affreschi?
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21:30 8 febbraio 2009
| admin
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Per la tughra: era una firma che aveva anche la funzione di sigillo: a quel che mi risulta. Ce ne sono di bellissime.
 
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21:51 8 febbraio 2009
| Gio
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Argomento a me sconosciuto, ma molto interessante, mi sono documentato un po' e ci si perde in questi splendidi "sigilli", ne posto uno anche io che mi è parso molto particolare
 
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21:58 8 febbraio 2009
| franco
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sono splendide opere grafiche.
Di un'incredibile raffinatezza.
Grazie Daniela per avercele fatte conoscere.
Troppo gentile Rose, ti ringrazio.
Per quanto ne so, ed è comunque molto poco, non mi risulta che Michelangelo abbia firmato altro.
Quando affrontò l'affresco era già talmente famoso che sarebbe stato superfluo, almeno così suppongo.
Ti vedo solo ora Giò, un saluto cordiale anche a te
f
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22:20 8 febbraio 2009
| Gio
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| Ospite
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Grazie Franco per il saluto, che ricambio cordialmente.
E grazie ancora a Daniela per questo forum che con la valida collaborazione della bravissima moderatrice Rose, mi porta ad esplorare un magnifico universo di cultura, poesia e piacevolissima lettura.
Siete tutte/i dei carissimi amici…altre/i ne arriveranno continuando ad alimentare con nuovi argomenti i vari capitoli.
Un piccolo omaggio alle “ragazze” presenti e future
 
Con affetto gio
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23:07 8 febbraio 2009
| admin
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Sei di una gentilezza unica, Gio! Ti ringrazio per le parole, per stare qui con noi e per gli splendidi fiori!
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07:54 9 febbraio 2009
| Gio
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Grazie, sei e siete dolcissime
 
gio
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15:59 23 febbraio 2009
| admin
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| Amministratore
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Parole…, che cosa sono, i fondo, le parole?
 
Parole.
Parole belle, parole brutte…
Parole felici, parole tristi.
Cosa sono le parole? cosa sono, se non semplici fonemi… semplici versi, aglomerati di sillabe, di lettere…
Semplici grugniti, rumori…
Le parole donate all'umanità, dono che non sappiamo utilizzare. Le parole, assonanze, consonanze.
Ritmo.
Ci permettono di esprimerci, di trasmettere sensazioni, concetti, idee… emozioni.
Parole per capire e parole per insegnare, parole per parlare ad orecchie sorde.
Le parole non sono altro che conseguenze di simboli grafici, simboli grafici che ci permettono di spaziare, di volare lontano, di crearci un nostro universo e aprirlo agli altri.
Parole per permettere l'interazione tra i soggetti, parole per raggiungere vette insormontabili, parole che arrivano dove l'uomo si ferma.
Parole che vanno oltre, volano libere nel cielo, nel cielo della fantasia.
Parole per esprimere concezioni astratte, intrighi delle nostre menti, per aprirsi e comunicare.
Parole mute, silenzi e silenzi; pause. Vuoto.
Parole sussurate al vento, coccolate, accudite, ma che mai verrano udite:
emozioni, ti amo.
Silenzio.
Foto e testo di Jack Reintegrato
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