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LE CRI DE MERLIN – A TIZIANO TERZANI -

UtenteMessaggio

18:04
4 ottobre 2010


OmarBunfai

Ospite

LE CRI DE MERLIN
- A Tiziano Terzani –

 

“ E’ più facile, probabilmente, dire poco e scrivere da incazzati o da inaciditi: ci si espone di meno, si fa meno fatica.
Io però, la mia scelta l’ho fatta e mi va di continuare così.
A me interessa che cosa di buono abbiamo su cui lavorare.”
                 *Luciano Ligabue, introduzione alla canzone “Almeno credo.”

  Nell’antica foresta di Brocelandia, nella piccola Bretagna, sulla cima di una collina, c’è una sorgente circondata da noccioli e da elevati e frondosi cespugli di biancospino.
Vicino alla fontana, campeggia un cartello, recante la scritta, dipinta in caratteri azzurro turchese e verde smeraldo: “ Chi beve questa pura acqua, rientra in se stesso ”.
In mezzo al piccolo altipiano, svetta l’Alta Torre, dimora di Merlino l’incantatore: il consigliere di Re, Principi e guerrieri.

Intorno alla piccola rocca di pietra, conosciuta come l’Esplumoir, il luogo della mutazione, il Mago ha appeso a quattro enormi querce, dai rami che s’innalzano fino al cielo, delle Arpe Eolie.
Queste sono strumenti a corda che, se sfiorate dal vento, o dai passi d’inopportuni visitatori non animati da buone intenzioni, emettono strane armonie, dette dal Mago “ Melodie d’avvertimento”.

Merlino sta seduto nella Stanza Segreta dell’Alta Torre e contempla dall’alto la massa di vegetazione della Foresta Azzardata, i giochi e le corse fulminee dei cinghiali, delle volpi, dei falchi e d’altre bestie selvatiche.
Da quella piccola finestra, ascolta la sua Voce interiore che gli è stata restituita dall’acqua della fontana e dalle cure di Viviana, la sua apprendista.
Ascoltando la sua unica Voce, osserva dalla finestra e nei lucenti riflessi di un pesante cristallo, posto sul suo tavolo di quercia, i segnali del Cosmo divino e del mondo, il nostro microcosmo devastato e insanguinato.
Comincia a sfogliare un Vangelo, posto su un leggio, accanto al tavolo.
“A che serve conquistare il mondo intero, se poi perdi la tua anima?”.

Poi ride con tutta l’aria dei suoi polmoni, e la lunga barba brizzolata ondeggia su e giù, qua e là, tra le pareti di roccia della Stanza Segreta.

Sotto l’Alta Torre, Viviana, la giovane donna amata da Merlino ,vuole ad ogni costo impadronirsi dei segreti della sua magia: sta per operare un potente incantesimo.
La sera prima gli ha chiesto, appena finito di fare all’amore, con ardente passione, a malapena confinata nei piccoli occhi verdi:

“ Insegnami come, senza catene né sbarre d’acciaio, io possa imprigionare un uomo, unicamente con la magia e in modo tale che non possa mai fuggirmi, se non decido IO di liberarlo”.

In seguito alle sue istruzioni, Viviana ha piantato, intorno al perimetro della Torre, una fitta ed elevata siepe di biancospino.
Ora è Aprile: una bellissima giornata assolata, sovrastata da un cielo azzurrissimo.
Gli estesi arbusti sono tutti ricoperti di piccoli ombrelli bianchi, i profumati fiori e trapunti di minuscoli frutti rossi.
Viviana prende un lungo velo bianco, filato da una vergine, e lo avvolge intorno al cespuglio di biancospino.
Usando le formule esoteriche che il Mago le ha insegnato,  cammina nove volte intorno alla vasta siepe, dentro un cerchio ermetico che lei stessa ha tracciato.
Sussurra per altre nove volte le parole magiche necessarie, e se il celebre e potente incantatore Merlino, non scenderà in fretta dall’Alta Torre, resterà imprigionato lì dentro per l’eternità.
Quella dimora di pietra, la siepe di biancospino ricamata di bacche rosse vermiglio, Viviana e il suo focoso e scalpitante amore diventeranno il suo estremo Sepolcro.

Ma per quale motivo, dovrebbe uscire?
Per quale senso recondito, dovrebbe sciogliere l’incanto?

Per trasformarsi anche lui in uno di quei boriosi cavalieri, assetati di ricchezze e conquiste, sospinti perennemente per il pianeta a cimentarsi in avventure e soprusi che non hanno mai fine, in una monotonia meschina e limitante quanto il cerchio ermetico che la dilettante Viviana ha tracciato intorno alla base rotonda dell’Alta Torre, per ghermirlo ?

Merlino allenta la tensione delle spalle e reclina il capo sul petto.
Si appoggia sul suo ampio letto e prende a parlare ad alta voce:
“Chi ama il potere fugge se stesso!
E’ quando ti credi arrivato che sei già rovinato !”
Si sistema un cuscino, imbottito di piume di falco, dietro la nuca e si corica a riposare.
Ma non smette di parlare:
“ Nella misura un cui il mondo materiale è conquistato, la sua Anima viene di-menticata…
Cavalieri, cosa state facendo alla nostra cara, vecchia e sempre nuova, mamma Terra?
Dite di volerla sicura e ordinata e giusta, e invece la saccheggiate, la violentate, la scavate e la incendiate e le succhiate le midolle fino all’esaurimento!
Branco di diavoli! Il destino del mondo non è nelle vostre mani, tracotanti scimmie accecate dal potere, ma in Quelle di chi immagina, di chi porta rispetto ad ogni creatura, e soprattutto, di chi ama.
Io, per esempio, non sono il potente stregone che credete.
Sono il più grande degli sciocchi, perché amo qualcun altro più di me stesso, e ho insegnato alla mia amata come legarmi a lei, e ora nessuno può liberarmi.
Vieni, Foresta Azzardata, accoglimi, inghiottimi dentro i tuoi alberi!
Io mi ritiro dentro me stesso, nella pace, nel silenzio della naturale magia….
Io non sono nato per salvare il mondo o per giudicare o comandare i miei simili.
Sono nato per capire qual è il mio posto nel gioco della vita.
Sono venuto al mondo per entrare nella dimensione del Senza Tempo, nell’estasi di questa siepe di biancospino che fiorirà per sempre.
Per perdermi nell’amore di Viviana che mi scalderà il cuore in eterno, per svanire in quest’esplumoir che mi avvolgerà, come il mio mantello, all’infinito, con la sua ben nota serenità d’ogni giorno, calma ed equilibrata.
Ricordatevi: noi siamo solo immagini, noi siamo tutti un solo sogno, spezzato da miriadi d’incubi egoistici”.

E s’addormenta.
Viviana, disotto all’Alta Torre, in una nube di bianchi fiori, intona un canto di gioia e di ringraziamento alla resa del Mago.
Ai suoi piedi, un serpente s’attorciglia, nel suo ultimo sonno, prima di svegliarsi dal letargo.
 Dalla Foresta Azzardata si leva un sovrumano, agghiacciante grido:
E’ lo spirito di Merlino.

“Ascoltate solo la vostra Voce, QUELLA INTERIORE !”

22:07
4 ottobre 2010


admin

Amministratore

messaggi3520

Per prima cosa, benvenuto Omar! Lieta di trovarti finalmente arrivato quiLaugh

E grazie per questo racconto in cui l' atmosfera fantastica del ciclo bretone viene a inserirsi nella realtà – oggi come ieri – dell' inutilità del potere per il mero gusto del potere.

“A che serve conquistare il mondo intero, se poi perdi la tua anima?”.

Appunto. Una domanda che nel tempo si pone e si ripropone da parte di chi vede l' assoluta inconsistenza di farsi 

uno di quei boriosi cavalieri, assetati di ricchezze e conquiste, sospinti perennemente per il pianeta a cimentarsi in avventure e soprusi che non hanno mai fine, in una monotonia meschina e limitante…

Mi piace anche la dedica a Terzani. Per coincidenza stavo proprio a postare qualcosa su una pubblicazione appena uscita, dedicata a Terzani…Laugh

dmk

07:08
5 ottobre 2010


OmarBunfai

Ospite

Ti ringrazio DAniela e ti porgo un caloroso saluto anch'io e  anche a tutti i gentili amici del tuo bel sito. AMo molto leggere e scrivere e spero che insieme potrema condividere la nostra passione per la ricerca poetica in senso lato.

BUona Giornata a tutti!

12:06
5 ottobre 2010


Carmen

Ospite

Ben arrivato anche da parte mia Omar, spero che ti troverai bene con noi.

Ciao!

Carmen

22:08
5 ottobre 2010


Manfredi

Ospite

benvenuto, Omar. che bello sentir qualcuno che parla di ricerca poetica… finalmente!

apprezzato il racconto. grazie!



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