Utente | Messaggio |
17:15 8 novembre 2010
| Carmen
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| Ospite
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Cosa farò il 12 di novembre.
Starò seduta su di una sedia a sferruzzare la giornata come faccio di solito.
Certo non vacillerò sul ricordo e nemmeno ritornerò indietro, ma forse fisserò l’appuntamento con il pittore. Sarebbe ora di pitturare le pareti!
C’è nero sui muri, da passarci sopra il colore bianco.
Si respirerà meglio. La casa sarà più fresca e luminosa.
Sarà sicuramente una bella giornata. Il sole illuminerà i vetri e la sporcizia si vedrà meglio.
Non quella mia – che non è mai sporca – ma quella lasciata dalle impronte degli altri che hanno invaso la mia casa, con il pretesto di metterla in ordine. Ma io non ho chiesto a nessuno di mettere in ordine la mia casa!
Quella è una sporcizia sottile che nemmeno il vetril toglie, o la carta dei giornali come si faceva una volta, ci vuole ben altro.
Ci vuole che mi alzo da questa sedia e faccio un bel salto di qualità, ci vuole che batto giù i muri e li ricostruisco come li voglio io. Di farfalle. Poi, mi curerò dei dettagli.
Niente quadri o fotografie, né madonne o santi e nemmeno sortilegi o incanti. E nessun fiore.
Odio i fiori.
Ne conoscevo uno che mi piaceva tanto. Al principio profumava ma poi, prima di seccarsi, puzzava.
I fiori sono fatti per stare dove stanno, non si raccolgono. Per nessun motivo.
Poserò invece un vaso vuoto di cristallo al centro del tavolo. Ci starà divinamente.
Il cristallo mi piace. E’ bello puro e freddo e sta bene da solo, come il diamante solitario che, se fosse accoppiato ad altre pietre, perderebbe di bellezza.
E se invece piovesse il 12 di novembre ?
Accenderò il fuoco con i ceppi nel camino che stanno lì da anni.
Brucerò tutta la supposta onnipotenza e l’arroganza nel credersi di stare nel bene e nel giusto.
Poi, ritornerò a sferruzzare.
Carmen
Nota: tutti gli anni pubblico lo stesso testo, cambiando solo il titolo, perché dipende da quanti dodici novembre sono passati.
Buona lettura!
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18:35 8 novembre 2010
| admin
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| Amministratore
| messaggi3520 | |
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Infatti, lo ricordo, Carmen. E lo rileggo, ogni volta, e ogni volta mi piace di più. Perché dentro ci hai messo tutto e tutti: te stessa, gli altri, il passato e il presente, le persone e le cose, tutti insieme a proiettare l' immagine viva e pulsante di una volontà ferma. Forte. Che mai smette il suo sferruzzare il tempo e mai demorde dal cammino. Grazie. Bellissima sempre.
 
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19:00 8 novembre 2010
| Carmen
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| Ospite
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Grazie Daniela, sei sempre tanto cara.
Tu credi nei sogni e nei gesti premonitori? Io ne ho fatti due, ma il più importante fu questo:
qualche tempo prima del grande Evento che cambiò non solo la mia vita, ma forse anche me stessa, o diciamo che fece emergere un'altra me che evidentemente era latente, e non sapevo della sua esistenza, sognai una bara, era chiarissimo che avesse a che fare con me in qualche modo, ma non vidi chi era dentro. Mi svegliai con una strana sensazione, poi non ci pensai più.
Il dodici di novembre di quell' anno, nei giorni dei morti feci un piccolo altarino accanto al camino: ci misi pure la fotografia di mio padre. Una cosa strana, visto il rapporto, o il non rapporto che avevo avuto con lui.
Il dodici di novembre di quell'anno era il giorno di San Renato. Mio padre si chiamava Renato.
Ora, possono essere coincidenze, anzi sicuramente lo sono, però sono delle coincidenze a cui si danno interpretazioni dopo i grandi Eventi che ci colpiscono.
Mi ha sempre affascinato il mondo onirico. Vero è che il cervello lavora anche quando dormiamo, però chissà se siamo dotati di una certa sensibilità nel futuro per eventi importantissimi che possono colpirci.
Carmen
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22:28 8 novembre 2010
| admin
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| Amministratore
| messaggi3520 | |
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possono essere coincidenze, anzi sicuramente lo sono, però sono delle coincidenze a cui si danno interpretazioni dopo i grandi Eventi che ci colpiscono.
E' vero: coincidenze, ma talmente simili a segni premonitori che fanno emergere legittimamente il pensiero che in noi possa esserci qualcosa che avverte in anticipo, come se, inconsciamente, noi si sapesse, prima…
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23:03 8 novembre 2010
| Manfredi
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| Ospite
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io invece non l' avevo mai letto: molto bello questo brano, un' umanità che stride e lotta, l' immagine dello "sferruzzare il tempo" é favolosa, nel senso pieno della parola.
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17:55 9 novembre 2010
| Elina
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| Ospite
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mi colpisce l'immagine di apertura
potrebbe essere una scena teatrale ma so bene che non lo è
penso che il tempo sbiadisca certi gesti, un certo vissuto doloroso ma poi "in certi giorni" tutto può rimbalzare e bloccarti nel profondo, costringendoti ad un'attività ("sferruzzare") che non ha tempo definito ma che si ripete, meccanico gesto di stanchezza che toglie le forze
..ma tu Carmen sei una "guerriera"
ti abbraccio
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18:12 9 novembre 2010
| Carmen
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| Ospite
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Grazie Manfredi ed Elina per le vostre belle parole.
Un abbraccio a tutti e a presto!
Carmen
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