Utente | Messaggio |
22:03 6 ottobre 2009
| Rose
| | |
| Ospite
| | |
|
|
Aveva fatto una carriera lampo. Si può dire che da un giorno all’altro si fosse trovata ai vertici aziendali e le responsabilità aumentavano sempre più, perché il settore si stava ampliando e non conosceva crisi.
No, non avrebbe cambiato il suo lavoro per niente al mondo: così vario, le dava modo di mettere alla prova e sviluppare tutti i suoi talenti, in primo luogo quello organizzativo, perché Dio sa se c’era bisogno di organizzazione!
Il suo socio in affari partecipava soprattutto con il capitale e le sue mansioni si svolgevano lontano dall’azienda. Toccava a lei coordinare e svolgere le varie attività; le principali erano:
- la programmazione economica - l’amministrazione finanziaria - le pubbliche relazioni - l’approvvigionamento delle materie prime - la trasformazione delle stesse, perché fossero fruibili - la cura e manutenzione degli impianti
Si preoccupava anche
- della pulizia dell’ambiente di lavoro - dello smaltimento dei rifiuti - dell'arredamento - di un adeguato abbigliamento per tutti i dipendenti e, soprattutto,
non aveva orario. Quando aveva accettato quel posto, sapeva che non avrebbe dovuto guardare gli straordinari.
L’azienda serviva pasti caldi vari e bilanciati e persino assistenza medica e psicologica, se necessario. Fortunatamente i sindacati non vi avevano ancora messo piede, ma tra le maestranze più giovani serpeggiava ogni tanto il malcontento tipico dell’età.
Ci volevano polso fermo e pochi sentimentalismi, ma lei riusciva quasi sempre a riportare la pace e l’armonia, perché … li amava e sapeva cosa fosse meglio per loro. Era molto rispettata come manager della famiglia. Sì, era moglie, madre e casalinga
|
|
22:12 6 ottobre 2009
| Rose
| | |
| Ospite
| | |
|
|
Metto il commento simpaticissimo di un uomo, su un altro sito:
“Ah bravissima…Che racconto impressionante e deludente. Un'elencazione delle risapute capacità “sembra solo femminili” di gestire azienda, figli, mariti incapaci ecc.ecc…Per nulla impressionato da questo che sembra proprio un manifesto femminista a difesa delle maestranze in rosè. La macchia non te la dò perché sono un maschio sensibile, ma credimi…te la meriteresti tutta.”
|
|
22:52 6 ottobre 2009
| admin
| | |
| Amministratore
| messaggi3520 | |
|
|
Il racconto è ottimo, una vera chicca
e, nonostante quello che scrive il commentatore, non si scaglia sanguinosamente in un je t' accuse contro "l' uomo incapace". Piuttosto viene indicata una diversificazione dei ruoli: l' uomo si occupa del "capitale", la donna del resto. Il quale resto consiste in una sbaraccata di impegni vari e di varie responsabilità che, nel tempo, sono stati spesso sottovalutati e forse, solo nei tempi moderni, hanno trovato un loro riconoscimento, quando la figura della "casalinga pura" si è andata esaurendo e nelle famiglie si è visto quale ne era la "portata".
In altre parole, ci si è dovuto sbattere la faccia, per accorgersi dell' entità del suddetto "lavoro a tempo pieno".
Per finire: non leggo questo come un manifesto femminista, e penso che solo un maschilista represso lo potrebbe leggere in questa chiave. Certo che "…a difesa delle maestranze in rosè" è spiritoso davvero.
|
|
|
23:18 6 ottobre 2009
| Manfredi
| | |
| Ospite
| | |
|
|
racconto piaciuto: l' eterna querelle fra donna di casa e uomo, moglie e marito.
il maschio che se ne esce e va al lavoro per provvedere al sostentamento famigliare
la donna che resta in casa e fa tutto "all' interno"
ho sempre pensato che sia inutile e infantile paragonare le due posizioni, sono – erano – entrambe essenziali e dovrebbero venir considerate complementari nel progetto famiglia.
ma c' è stata sempre troppa sottovalutazione del ruolo casalinga, come se fosse un' attività di tutta tranquillità, un sereno e gradevole percorso costellato da pulizie, stiro, spesa, cucina, trottare a portare i figli a scuola, riprenderli, giocare con loro, educarli, far fare i compiti, che altro??????? : roba da niente.
insomma non è che le casalinghe di mia conoscenza (ne conosco alcune) siano liete gentili signore con tanto di colf, con consguente tempo libero da dedicare alla parrucchiera, al the con pettegolezzo insieme alle amiche, votate allo shopping con la carta di credito del povero marito lavoratore….
ci saranno signore anche di questo tipo, non ho dubbi, ma per me, in questo caso, non appartengono alla categoria della "casalinga pura" come la chiama dmk ed allora è un altro discorso.
ma la categoria della casalinga pura è in via d' estinzione, se non sbaglio: adesso la casalinga è anche lavoratrice "fuori": mi pare che il femminismo, se di questo si tratta, abbia finito per scaricare sulla donna-moglie-madre un lavoro doppio o triplo…
sbaglio?
|
|
08:12 7 ottobre 2009
| Rose
| | |
| Ospite
| | |
|
|
Cari Daniela e Manfred, avete fatto una disamina così appropriata e completa del problema e anche delle motivazioni dietro il racconto, che quasi vi chiederei se sareste disposti a ripetere i commenti dall'altra 'parte'.
Però, in fondo sapevo di essere un pochino provocatoria e va bene anche la reazione di alcuni. Il racconto effettivamente l'ho scritto di getto qualche tempo fa, leggendone uno su una laureata disoccupata, costretta a fare la caslinga e quindi, frustrata e depressa.
Il fatto è che intanto non faceva nulla e si trascinava qua e là per casa, come se questa fosse la giornata tipo delle casalinghe.
Come ricorda Manfred, è stata una conquista un po' magra, quella del lavoro fuori casa. La donna si è ritrovata con ulteriori responsabilità da assolvere.
Mi viene in mente una giovane amica che ha partorito alcuni mesi fa il terzo figlio. Avendo lei un buon impiego, col marito hanno deciso che per un annetto, lui si sarebbe preso una sorta di aspettativa, per fare il 'mammo'. E' quanto stanno facendo. Solo che lui fa solo il baby sitter (scarrozzando i figli a scuola, all'asilo e badando all'ultimo) e lei, quando torna a casa, fa tutte le altre faccende, cucina, stira ecc.
Un magro affare.
|
|
09:48 7 ottobre 2009
| stella
| | |
| Ospite
| | |
|
|
Racconto di quella che è la realtà della maggior parte delle donne.
Questa è comunque una privilegiata perchè ha modo di mettere a frutto le sue competenze nella maggior parte dei casi non è cosi'.
La donna, come tanti uomini, deve adattarsi a dei lavori monotoni , che non danno nessuna soddisfazione.
Se ha una famiglia deve veramente sdoppiarsi , metà lavoratrice fuori casa e metà lavoratrice a casa.
Il problema non è cosi' facile ed ovvio come sembra a certi uomini.
Lasciamo perdere il femminismo e questo racconto non è certo un manifersto femminista ma una elencazione reale di quello che normalmente compete a molte donne anche solo da semplici dipendenti e non certo da socie con dividendi a fine anno.
Ti faccio solo un appunto Rose:……..".riusciva quasi sempre a riportare la pace e l'armonia, perché … li amava e sapeva cosa fosse meglio per loro."
Di questo dubito un pochino (solo mia esperienza ovviamente), le donne sul lavoro sono abbastanza dure e non credo che prendano quasi mai decisioni su quello che è meglio per l'operaio.
Io almeno non ho esperienze di questo tipo.
Comunque Rose è un bel racconto, non ti curare di questo maschietto frustrato, i manifesti femministi sono bel altri e molto meno teneri con i suoi pari.
|
|
09:56 7 ottobre 2009
| Rose
| | |
| Ospite
| | |
|
|
11:10 7 ottobre 2009
| stella
| | |
| Ospite
| | |
|
|
11:33 7 ottobre 2009
| fernirosso
| | |
| Ospite
| | |
|
|
a volte non capita, anzi spesso non capita che tanto lavoro venga riconosciuto,nemmeno quando, oltre il lavoro nell'azienda familiare,la domus,svolge un lavoro ulteriore. La donna sembra, ma storicamente,e in tutti i paesi della terra, l'animale da soma, la faccendiera, l'economa, l'avanguardia della sperimentazione.Eppure tutto passa per normale e nessuno vede, nessuno ringrazia, anzi si pretende ancora altro, sottolineando così che la migliore resta lei, non gli altri che la invocano.
Belle le mansioni riportate a livello di gestione aziendale. Ciao Rose.f
|
|
13:24 7 ottobre 2009
| Rose
| | |
| Ospite
| | |
|
|
E' il problema delle donne, fare tante cose contemporaneamente, Stella. Non crucciarti. Ciao, Ferni. Sono d'accordo con te … anche se penso che molti uomini, almeno in occidente, stiano cambiando un pochino. Ogni tanto, comunque, è meglio ricordare loro come stanno le cose. Mio marito se la cava sempre dicendo che sono … IMPAGABILE, il che è tutto un poema.
|
|
17:22 7 ottobre 2009
| admin
| | |
| Amministratore
| messaggi3520 | |
|
|
tutto passa per normale e nessuno vede, nessuno ringrazia
tutto viene dato per scontato
|
|
|
21:44 7 ottobre 2009
| fernirosso
| | |
| Ospite
| | |
|
|
ecco vedi, qualificando tutto come impagabile non trova mai un con-penso adeguato per riconoscere ciò che fai senza mai avere una busta-paga o un as-segno. Tutto resta non pagato.ciao Rose,f
|
|
23:09 7 ottobre 2009
| Manfredi
| | |
| Ospite
| | |
|
|
ho sentito però che c' è, da un bel po' di anni, una “pensione” (simbolica?) per le casalinghe…
è forse un primo passo?
ad ogni modo, im-pagabile Rose, essere una housewife è oggi quasi un titolo onorifico
tenuto conto di quante poche le vere signore della casa siano rimaste!
mi piacerebbe parlare un poco di quel luogo comune che è "la casalinga frustrata", ma la tirerei troppo per le lunghe e ho poco tempo.
per ultimo, come hai detto, credo anch' io che la donna, nella sua sacrosanta rivendicazione dei diritti, ivi incluso quello al lavoro, di una condizione riconosciuta paritaria a quella dell' uomo, si sia trovata e si trovi, oggi più di ieri, ad affrontare una mole di lavoro, di responsabilità, di impegni che, in tutta sincerità, non so come faccia a fronteggiare. dovrà pur trascurare qualcosa, no? 24 ore non possono bastare…
|
|
08:45 8 ottobre 2009
| Rose
| | |
| Ospite
| | |
|
|
Forse ci stiamo ripetendo A mio parere, è tutta una questione di divisione di ruoli e di apprezzamento. QUALCUNO lo deve fare il lavoro di casa. Conosco donne che col proprio stipendio riescono a mala pena a pagare la donna delle pulizie, la propria macchina e l'abbigliamento per andare al lavoro … ma preferiscono così. Dicono di sentirsi più 'realizzate'.
Forse il problema sta nel modo in cui vengono considerati i lavori di casa. Siamo arrivati al punto che le stesse donne non li valutano abbastanza. Eppure, lo sanno bene che devono pagare un'altra persona che li faccia.
Allora, solo se le faccende di casa vengono retribuite sono un lavoro?
Scusate, a me sembra una sciocchezza.
Sono convinta che il lavoro di casa sia paritario a quello dell'uomo. Ognuno contribuisce alla vita della famiglia, come meglio può. Mi sta bene anche che sia la donna a lavorare fuori casa, se il marito preferisce fare il 'mammo', ma deve saper sbrigare tutto davvero.
Altrimenti, e questa è la situazione più comune, si lavora in due fuori casa e si collabora (ma davvero, non per finta, figli compresi!) nelle faccende domestiche.
In ogni caso, sia per il lavoro retribuito che per quello di casa non retribuito, basterebbe così poco, ricordarsi di ringraziare, ogni tanto. Entrambi richiedono sforzi ed è semplicemente giusto, riconoscerlo.
Ed ora, dopo queste perle di saggezza, vado a continuare la mia giornata di casalinga. Oggi voglio anche tagliare il prato. Si chiama diversificazione delle mansioni e farà risparmiare (alla famiglia) almeno una trentina di euro di giardiniere.
Ciao a tutti.
|
|
12:57 8 ottobre 2009
| admin
| | |
| Amministratore
| messaggi3520 | |
|
|
penso anch' io che ci stiamo riptendo
comunque, tanto per riassumere, ai nostri giorni, il più delle volte, è necessario che una donna porti a casa uno stipendio per far quadrare il bilancio famigliare, al di là di ogni idea di "realizzazione" personale. Conosco donne che a casa ci starebbero tanto volentieri e si sentirebbero a posto con se stesse se solo potessero, invece di sbattersi fuori di casa alle 7 del mattino. Allo stesso modo conosco donne che non rinuncerebbero MAI al lavoro anche se questo viene a costare in fatica e alzatacce per cercare di badare a ogni cosa.
Ci sono anche quelle che al lavoro ci vanno "a cuor leggero", perché sanno che alle 8 a.m. arriva la colf e che, quando rientreranno, troveranno tutto in ordine, lavato e stirato. Ma non è a queste che penso. Sono le altre.
C' é tutta una "filosofia" in proposito, come si può facilmente desumere.
Come già detto, è una questione di ruoli e l' impegno della casalinga "pura" è di tutto rispetto, non andrebbe dato per scontato, andrebbe valutato per quello che é: un lavoro a tempo pieno. Non retribuito, vero. Ma questo rientra nel gioco dei ruoli, appunto.
C' é l' uomo che mantiene la famiglia, quanto a entrate, la donna ha il compito, in cambio, di custodire la casa. E, sono d' accordo: un grazie! sarebbe un compenso sufficiente re dovuto a sottolineare che si capisce e si è grati per l' impegno della "casalinga". Amen.
|
|
|
13:49 8 ottobre 2009
| stella
| | |
| Ospite
| | |
|
|
Amen……anche da parte mia……..questa volta ho letto bene!
…..ho letto bene ……ma da qualche parte sono riuscita a pasticciare!
|
|
14:39 8 ottobre 2009
| admin
| | |
| Amministratore
| messaggi3520 | |
|
|
16:25 8 ottobre 2009
| sandra
| | |
| Ospite
| | |
|
|
Sembra che sia arrivata… a messa finita.
Peccato, perchè avrei spezzato anch'io una lancia in favore delle casalinghe
Carino il miniracconto della zia Rose, housewife ufficiale del forum… per quanto so che coltiva diversi altri interessi, oltre alla cura della famiglia…
A lei dedico questo poster molto vintage
A tutti un saluto affettuoso. Sarò un po' presa in questi ultimi giorni di travail. Inoltre, prima di partire, vorrei anche farmi un giro nel nord. À bientôt, mes amis.
|
|
22:28 8 ottobre 2009
| admin
| | |
| Amministratore
| messaggi3520 | |
|
|
a presto, Sandrina! ti auguro un buon giro nel nord… se ci vai, poi ci racconti, eh?
|
|
|