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Concorso letterario acquafreddese – 2° premio

UtenteMessaggio

13:12
27 ottobre 2009


Rose

Ospite

Il secondo premio, per il racconto breve è andato al signor Gianroberto Viganò con il racconto dal titolo:

IL PACCO

 

Mio nonno materno gestiva un negozio di cravatte dietro Piazza del Duomo. Era un’attività avviata da diverse generazioni e nel Canavese godeva di buon nome.

Il nonno era un esteta della cravatta e soprattutto un fine conoscitore della psiche umana, il che per chi opera nel commercio rappresenta una preziosa virtù.

Quando ero piccolo, svolgevo spesso i compiti nel retrobottega, dove mi aveva predisposto una scrivania. Tra una tabellina e le imprese di Giulio Cesare, talvolta mi soffermavo ad osservare i suoi comportamenti, perché era impagabile vederlo all’opera.

Appena un nuovo cliente varcava la soglia, lo squadrava da cima a fondo. Cercava di intuire lo stile, il carattere e le debolezze. Consigliava l’articolo più consono all’abbigliamento ed infine il cliente usciva sempre soddisfatto, pensando di aver scelto autonomamente, mentre alla resa dei conti aveva fatto propria l’idea suggerita dal nonno.

Concepiva il suo mestiere non come una professione, ma come un’autentica missione. Lui non vendeva un banale prodotto tessile d’incerti natali, bensì un pezzo di nobiltà, ideato dai cavalieri croati al servizio di Re Luigi XIV°.

Tanti giovani alle prese con l’esame di maturità, con il primo colloquio di lavoro o con la prima uscita galante, si affidavano a lui per operare la scelta più opportuna.

Spesso, a dire il vero, la scusa dell’acquisto era solo un espediente per strappare un suggerimento per la camicia o per imparare a fare il nodo.

Quando in città fu aperto il primo centro commerciale, che il nonno battezzò con sarcasmo “Grandi Magazzini Fuffetti”, mia madre preoccupata gli chiese se temesse di dover chiudere.

Lui controbattè con deciso orgoglio: “Possono vendere tutto quello che vogliono, ma mai e poi mai saranno in grado di insegnare l’arte di fare il nodo della cravatta!”.

In effetti, era un virtuoso del nodo ed un maestro rigoroso. Sin da piccolo mi catechizzò sulle varie tecniche, ricordandomi che tutti possono comprare una cravatta, ma ben pochi sanno eseguire il nodo appropriato.

A sei anni mi aveva insegnato il mio primo nodo semplice, a sette il Windsor ed a nove, con legittimo orgoglio del mio maestro, realizzavo uno stupendo incrociato.

Ricevendo come premio chili e chili di caramelle, mi aveva imposto di imparare a memoria i principali nodi: americano, “a sbuffo”, big-ben, Churchill, diagonale, incrociato, inglese, semplice, tirol e Windsor , o all’italiana, scappino.

Un giorno venne un tale in negozio. Affermava di essere un avvocato di passaggio nonchè un appassionato cultore della cravatta, snocciolando i nomi dei vari negozi, sparsi per il Belpaese, di cui si vantava di essere cliente abituale.

All’apparenza pareva ben vestito, anche se balzava all’occhio il suo discutibile abbinamento scarpe marroni-cintura nera.

Esibiva inoltre una parlantina decisamente sciolta ed indossava la cravatta con il fazzoletto da taschino. Entrambi questi aspetti cozzavano non poco con la suscettibilità del nonno. Quest’avvocato non gli piaceva per nulla e, sornione come un infido coccodrillo in attesa della preda, lo osservava in silenzio senza mai prendere l’iniziativa e lasciandolo parlare.

L’avvocato, scortato dal nonno, si aggirava con fare sicuro fra gli scaffali e, ad un tratto, palpeggiò il tessuto di una cravatta a fantasie scozzesi, affermando con sicumera: “Ovviamente jacquard!”.

Ovviamente…”. Ribadì mio nonno, che cercò il mio sguardo inebetito, strizzandomi l’occhio. In pochi istanti difatti, le mie certezze in materia, costruite dopo anni di duro e faticoso apprendistato, avevano subito un duro scossone.

Prese inoltre in mano una regimental e sentenziò: “Questa ben si adatta ad una camicia scura e come nodo sceglierei… Sceglierei…Un mezzo scappino.”

Era un’altra castroneria che reclamava vendetta agli occhi della Dea Cravatta ed invece il nonno restava impassibile.

L’avvocato chiese libertà di girar nel negozio, accatastando pigne e pigne di articoli sul bancone. Infine, terminata la perlustrazione, chiese: “Accetta assegni?”.

Senza dubbio,” rispose prontamente, “purchè mi dia la possibilità di prepararle un pacco nel retrobottega, perché riservo sempre una sorpresa per i miei clienti di riguardo.”

La ringrazio, faccia pure.” Convenne l’avvocato.

Il nonno portò quanto scelto sulla mia scrivania, prese una scatola e, dinanzi al mio stupore, la riempì di carta e di vecchi cataloghi, per poi rivestirla con un bel fiocco.

L’avvocato prese la scatola, firmò l’assegno e si congedò educatamente, mentre il nonno lo invitò a ripassare.

Mio nonno mai incassò quell’assegno, che tenne in un quadretto accompagnato dalla scritta “Falso d’autore”, mentre il sedicente avvocato mai ripassò a contestare il contenuto di quel pacco.

13:37
27 ottobre 2009


Rose

Ospite

La motivazione della giuria è stata la seguente:

“Un'arguta lezione di vita impartita dal protagonista, un venditore di cravatte, un 'virtuoso del nodo', che ha fatto del suo lavoro non un mestiere, ma un'arte e un motivo di vita e giusto orgoglio.

Lo stile essenziale ed il linguaggio appropriato rendono viva l'atmosfera dell'ambientazione e piacevole la lettura”.

.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-

Condivido il parere della giuria. Il racconto è molto gradevole e i personaggi sono ben delineati, sia nell'aspetto che nella psiche.

Se posso permettermi, avrei fatto un collegamento a quello che era il tema del concorso: il senso del vivere, senza lasciarlo dedurre completamente al lettore. Tanto più che il tema si riferiva all'uomo del nostro tempo. Anche qui, è lasciato al lettore capire che dovremmo seguire l'esempio degli uomini del passato, che davano un senso alla vita, svolgendo con passione e professionalità il proprio lavoro.

Piccola cosa, funzionale a soddisfare il tema del concorso, ma che non toglie nulla alla piacevolzza del racconto in sè. Complimenti! Smile

14:00
27 ottobre 2009


sandra

Ospite

Roooossseeeee! Non fare la pignola! Confused 

Meno male che non c'era lei nella giuria, Gianroberto. Wink Il tuo racconto è da sballo!!! Simpaticissimo tuo nonno, “fine conoscitore della psiche umana” e dei nodi alla cravatta. Mi hai fatto venir voglia di fare una piccola ricerca. ecco qui alcuni nodi:

Ma ci sono addirittura dei video su come fare il nodo alla cravatta. Smile

Ne metto uno, dai! Però ce n'è diversi, per i vari nodi.

15:01
27 ottobre 2009


admin

Amministratore

messaggi3520

Mi dispiace, Sandra, ma sono con Rose: il racconto scorre bene, è piacevole, la figura del nonno risalta a tutto tondo. Ma…avrei fatto un collegamento a quello che era il tema del concorso…Wink

dmk

21:59
27 ottobre 2009


Manfredi

Ospite

mi è piaciuto, per come è scritto e per la tematica che propone.

ma c' entra con il "tema" del concorso?Wink

22:09
27 ottobre 2009


Rose

Ospite

Ossignùr! temo di avere dato il 'la' alle critiche … Cosa penserà Gianroberto, se ci viene a trovare? Basta leggere la motivazione della giuria ed il collegamento al tema del concorso è fatto. Kiss Del resto, il racconto è scritto davvero bene     ed immette in un mondo a cui non avevo mai pensato. Sembra un dettaglio insignificante, la cravatta, invece è diventata un 'must' in tutte le occasioni importanti.

09:52
28 ottobre 2009


Pietro

Ospite

Prescindendo dal concorso, sono rimasto affascinato da questo racconto.

Ho conosciuto uomini come il nonno dell'autore: persone con un grande senso di dignità, che traevano soddisfazione dal proprio lavoro, proprio perchè lo svolgevano al meglio.

Questa è di per sè una bella lezione di vita di cui i giovani dovrebbero far tesoro.

Ho apprezzato la scrittura pulita e curata dell'autore che ha saputo tratteggiare i vari personaggi con maestria, ricreando gli ambienti e l'atmosfera del tempo.

Pare di vederlo quel bambino, con la penna sospesa, ad ascoltare le lezioni impartite dal nonno ai suoi clienti, sull'arte di farsi il nodo alla cravatta.

E' sì, una volta i commercianti erano anche un po' psicologi e sapevano interpretare i gusti e gli umori delle persone. Oggi c'è molta più scelta nei  supermercati, ma tutto è impersonale.

Vorrei porgere i miei complimenti all'autore per il suo bellissimo racconto. Grazie. Pietro

10:18
28 ottobre 2009


sandra

Ospite

Sono d'accordo con Pietro! Noi non siamo mica la giuria del concorso. Smile

A proposito di nodi alla cravatta, non dimentichiamo il ruolo di molte mogli nella questione:

"Bisogno di una mano, caro?"

18:41
28 ottobre 2009


admin

Amministratore

messaggi3520

Certo! nessuno ha detto che non sia un buon racconto e lo è proprio per i motivi indicati da Pietro.

Poi, naturalmente, è lecito fare un' osservazione che non coinvolge tanto la "qualità" del racconto in sé, quanto il suo essere più o meno "in tema".

Se non fosse stato indicato che il Concorso era a tema, si sarebbe potuto pensare a un concorso di racconti a "tema libero" e niente sarebbe stato detto, ovviamente.

Ma poiché è stato chiarito che un tema c' era, mi ripeto, è lecito porsi la domanda sull' aderenza al tema proposto, senza che l' autore possa adombrarsi, in quanto non è posta in dubbio la validità del suo scritto.

Ragazzi, colgo l' occasione per dire una cosa in generale: a me non è mai piaciuto che i commenti siano vincolati dal "dover" essere sempre e comunque cortesemente – ipocritamente favorevoli. Se no gli autori si offendono. Se si trova qualcosa che non "torna", lo si può cortesemente dire, lo si "deve" dire. Non è utile a nessuno e men che meno all' autore, vedersi costantemente incensato, quando invece i commentatori vorrebbero esprimere una qualche riserva. Sfondo una porta aperta, lo so, ma lo dico ugualmente: tutti sappiamo che le critiche negative aiutano a migliorare, basta che siano fatte nello spirito giusto, educatamente, con la giusta misura e non per mera voglia di bacchettare e/o provocare scontri. In altre parole, in buona fede.

Come per esempio, la nota che Rose ha lasciato al mio ultimo post in HP. Apprezzata e condivisa. Grazie, Rose.Laugh

dmk

23:13
28 ottobre 2009


Manfredi

Ospite

limpido, chiaro come di più non si poteva.

08:17
29 ottobre 2009


sandra

Ospite

Guardati da questi, Gianroberto… sono… s i n c e r i  Confused  ah!ah! Per favore, a me solo complimenti, mi raccomando. A costo di mentire, non importa. Wink

Ecco, adesso che ho detto la prima ca..stroneria del giorno, sto meglio. SmileSmileSmile Sono fatta così, che ci posso fa'?

"Sono fatta così – diceva la strega di Biancaneve – mi piace regalare mele!"

Piuttosto, da dove viene il nome Gianroberto? Sapevo di Gianpaolo, GianPiero, Gianluigi, Giancarlo, Gianluca… ma Gianroberto mi mancava. Mi sa che i tuoi genitori hanno voluto accontentare entrambi i nonni in un colpo solo. Wink

Comunque sia, invece di lasciarci qui a stra-parlare da soli, vienici a trovare.

Anche senza cravatta, va bene! SmileKissWink

10:39
29 ottobre 2009


Pietro

Ospite

La signorina Sandra è decisamente una ragazza…informale. Smile

Vorrei dire a Gianroberto che io sono nuovissimo del forum, ma vi ho trovato un ambiente molto piacevole e stimolante. E' una specie di enciclopedia multimediale, credo che il termine sia appropriato, dove è stato trattato di ogni, oltre agli argomenti prettamente artistici e letterari. E quando si diventa troppo seri, si può sempre contare sulla signorina Sandra, per ridimensionarci. Wink



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