Il concorso letterario di Acquafredda, Bs. è di carattere nazionale e quest'anno ha celebrato il suo 30° anniversario.
Il tema era: “L'uomo del nostro tempo, alla ricerca del senso del vivere”.
Nella sezione 'Racconti brevi' il 1° premio è stato assegnato al signor Alberto Zacchi, con il racconto:
L' Amico
“Sai, ho un amico che …”
Ah ah ah ah, ma quale amico!
Chissà perché quando si devono affrontare certi argomenti non si ha mai il coraggio di farlo nella maniera più semplice, quasi che le verità che nascondiamo avessero il potere di distruggerci in un istante.
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“Scusate, io sono Alberto, mi ero dimenticato di presentarmi. Chi sono? Un semplice barbiere o se preferite un acconciatore maschile, sicuramente non un parrucchiere.
Non che abbia qualcosa da ridire sui miei colleghi, ma preferisco la compagnia, nell'ambito lavorativo, degli uomini.
Sapete, non è facile conciliare la vita lavorativa con quella privata e, se me lo consentite, con tutte quelle donne, di privato resta sempre molto poco, anche se alcuni uomini non sono da meno quando si tratta di gossip.”
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“Ciao, io sono Alberto, quello a cui piace scolpire il legno.
Quello a cui rami e radici mostrano le loro sembianze.
Quello che sembra osservare le cose da un'altra angolazione.
Quello che a volte parla con le cose.
Quello che sembra un po' strano e invece forse non lo è.
Quello che sembra darti tutto e invece tiene tutto per sé, perché più dà e più riceve,
riceve in una quantità talmente smisurata che si chiede:
“Perché proprio a me!”
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“Salve, io sono Alberto, sono quel ragazzo e sottolineo ragazzo sempre contento, che nella vita trova solo cose belle, che se la ride a crepapelle se qualcuno prova a mettergli i bastoni tra le gambe.
Salto alto più di grillo perché quel che cerco non sta appeso al cielo ma cammina alla mia altezza.
Cosa cerco non lo so, ma sono certo che quando deciderò d'aprire gli occhi e stendere la mano lo troverò.”
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“Io sono Alberto, anzi, la paura di Alberto.
Quella che trema solo al pensiero che qualcosa vada storto, che qualcosa cambi la mia agiata posizione;
e di cose che potrebbero cambiarla ne conosco talmente tante che a volte mi trovo a combattere delle vere e proprie battaglie perché non vincano.
Per ora ho sempre vinto io, ma non devo mai abbassare la guardia, non devo mai distrarmi, non devo mai smettere di tremare perché ogni mia piccola distrazione mi potrebbe cancellare.”
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“Alberto sono io, il sognatore.
Colui che ancora sa guardare le stelle per ore ed ore e scoprire nuove costellazioni oltre il cielo che ha negli occhi.
Chiamatemi “fantasia” se volete, in me ne troverete quanta ne volete.
È tutta sana, non vi preoccupate, e se sarete bravi ve ne lascerò raccogliere quanta ne volete, non è a me che appartiene.
Guardate, è lì anche per voi che non riuscite a vederla, è lì dov'è sempre stata, non fa rumore, non ha odore ma ha quel colore che in pochi riusciamo a vedere.”
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“Non esco da quaggiù!
“Albertooo”
Ti ho detto che non esco!
Lo sai che non posso. E poi non voglio. Non voglio più tornare.
Lasciami stare! Non mi guardare! Non mi far specchiare!
Io sono l'immagine senz'ombra, colui che dorme ad occhi aperti, colui che mangia serpi nei deserti, che di sangue sa nutrirsi.
Cosa vuoi che torni a fare?
Io lo so che hai paura del male!
Che ne diresti se ti venissi a ritrovare e andassimo a braccetto a divertirsi come già altre volte abbiamo fatto?
Non cominciare a balbettare,lo sai che mi fai incespicare con questo modo di parlare.
E voi che mi state ad ascoltare, perché tremate?”
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Da Alberto:
“Se sapesse quanto l'amo, mia moglie si spaventerebbe e forse mi spaventerei anch'io se qualcuno mi amasse così.
No, non preoccuparti non è un amore maniacale ed ossessivo, è solo che l'insieme di sentimenti che provo non possono essere catalogati in nessuna maniera o misurati da alcun metro.
D'una cosa però sono certo, resisterà in eterno, oltrepasserà gli anni che mi sarà dato vivere con lei e scriverà la sua storia in quell'oltre in cui spero d'avere la fortuna d'incontrarla.”
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Pensavo d'essere una persona “tutta d'un pezzo” ma ogni giorno che passa scopro nascosta in me una parte che m'appartiene e che sembra essere un tassello
per la composizione d'un puzzle che ad ogni incontro, a ogni avvenimento, sembra disfarsi per ricomporsi sempre con più pezzi da incastrare.
Non mi sono mai chiesto il senso della vita e per favore non chiedetemelo voi.
Io la vita non la cerco, è la vita che cerca me ed io provo a viverla nella maniera più corretta e responsabile.
Io alla vita mi ci aggrappo perché non voglio perderne nemmeno un frammento,
voglio assaporarla fino all'ultima goccia.
È il suo sapore che m'accompagna, che m'accarezza.
È sua la mano che cerca d'armonizzare le parti di quell'orchestra di cui sono composto
e che ora sta suonando all'unisono il meraviglioso concerto che è la mia vita.
*
Sapete, quell'amico sono io.