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11:56
19 marzo 2009
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franco
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BONOBO
“A differenza dei loro parenti stretti, gli scimpanzé (Pan troglodytes), che hanno una società competitiva e dominata dai maschi, e che combattono autentiche guerre territoriali tra gruppi, i bonobo hanno una cultura matriarcale, tenuta unita dalla collaborazione, dalla condivisione e da un “uso creativo del sesso”. I bonobo vivono in gruppi numerosi, nei quali la convivenza pacifica è la norma. …
…I bonobo dimostrano come una società complessa possa essere strutturata con successo sulla cooperazione, piuttosto che sulla competizione. Essi mostrano molte delle caratteristiche che noi umani dovremmo emulare, per assicurarci la sopravvivenza nostra e quella dell'intero pianeta…
…Soprannominati “scimmie a luci rosse”, i bonobo incarnano realmente l'ideale degli anni Sessanta di fare l'amore, non la guerra. Fanno moltissimo l'amore, e lo fanno in ogni modo immaginabile. Per i bonobo il sesso va al di là dell'istinto riproduttivo, come avviene negli umani. I bonobo sono bisessuali, o meglio, come sostiene lo psicologo Frans de Waal, pansessuali. Il sesso permea quasi tutti gli aspetti della loro vita quotidiana. I contatti erotici, sia con individui dello stesso sesso che dell'altro, hanno la funzione di tenere uniti, di condividere risorse, e di mantenere la pace. Quando due gruppi diversi di bonobo si incontrano nella foresta, si salutano con atti sessuali e condividono il cibo, invece di combattersi. A differenza delle altre scimmie, i bonobo si accoppiano spesso in posizione frontale, guardandosi negli occhi…”
f :-D
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13:55
19 marzo 2009
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sandra
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| Ospite
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Non ho capito, zio Franco. Dovremmo prendere esempio da queste scimmie? Il mondo dei primati non è immune dalle malattie trasmesse sessualmente ed è questa conseguenza che ha dato il colpo di grazia al concetto di libero amore, alias promiscuità sessuale, promulgato dal movimento degli anni sessanta.
"affermata la principale teoria biologica che sostiene che l'Aids è un virus che dagli scimpanzé (o bonobo) si è trasferita all'uomo…"
Da AGORA VOX Italia
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13:57
19 marzo 2009
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borablu
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| Ospite
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Ho qualche dubbio sulla veridicità dell'ultima affermazione riportata da Sandra.
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Al contrario, i parenti più prossimi della specie umana, i bonobo, sono minacciati da un serio rischio di estinzione ad opera dell'uomo.
Amorevoli, sensuali e pacifici, oltre che intelligenti, i bonobo incarnano il modo più felice di essere scimmie, e potrebbero suggerire riflessioni istruttive anche a noi, loro cugini dalla sorte più fortunata e più complicata.
Suggerirei di promuovere la conoscenza di queste straordinarie creature, e sostenere l'impegno di chi desidera aiutarle.
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14:16
19 marzo 2009
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franco
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| Ospite
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Sai Sandra, in effetti il problema "contagio" esula un po' dal significato che intendevo attribuire al mio post.
I bonobo, come giustamente rileva Mario, sono minacciati da noi e le pratiche sessuali con cui risolvono le loro "controversie", sono tali da sempre e, almeno per loro, non rappresentano alcun rischio.
Semplicemente loro appianano le loro controversie attraverso la sessualità, altre specie e noi su tutte, attraverso la violenza; mi chiedevo se non stessero per caso utilizzando un'opzione più "saggia".
f
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20:54
19 marzo 2009
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sandra
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| Ospite
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Non mi sembra un aspetto su cui sorvolare. Se la promiscuità sessuale favoirisse pure la pace, ma ci facesse ammalare di AIDS, non resterebbero in molti a godere della pace stessa, vero? Se invece, è una barzelletta, allora è un'altra cosa.
Ma che zii… permissivi e poco saggi 
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21:09
19 marzo 2009
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franco
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| Ospite
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dimentico spesso che “tormentoni” che hanno segnato la nostra giovinezza, possono essere del tutto sconosciuti alle attuali generazioni.
“fate l'amore, non fate la guerra” è stato negli anni '60 proprio uno di questi , anche nella versione “mettete dei fiori nei vostri cannoni”.
Li trovavo utopistici e velleitari allora, continuo a pensarla così anche oggi, tuttavia è pur vero che l'aids è un problema sorto abbastanza di recente, e che potrebbe trovare anche una soluzione, come molte altre forme di contagio, ma i massacri e le distruzioni della guerra e della violenza dell'uomo sono vecchie quanto il genere umano e purtroppo, difficilmente cancellabili.
Non è quindi propriamente solo una barzelletta.
E nemmeno un invito al permissivismo, forse più un'iperbole o, se preferisci, una metafora.
f
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14:32
20 marzo 2009
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borablu
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| Ospite
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Sandra… ti dimentichi che esistono dei mezzi di difesa dal contagio?
O credi che usarli sia peccato?
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20:34
20 marzo 2009
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sandra
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| Ospite
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E vada per la metafora, zio Franco. 
Al signor Mario, direi che stiamo andando un po' troppo sul personale e non mi sembra il caso.
Un saluto a tutti. Sarò assente per l'weekend. 
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01:52
21 marzo 2009
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borablu
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| Ospite
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Signorina Sandra,
il mio era ancora un discorso sul generale e sullo stesso piano si poteva continuare.
Dovrò porre un quesito agli amici: dove comincia, in un discorso aperto, il "personale"?
(secondo me, se non si vuole parlare solo di nuvole, un discorso è sempre personale.)
Comunque, che tu abbia un buon weekend, signorina Sandra. E attenta alle valanghe!
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13:31
21 marzo 2009
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Filippo
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| Ospite
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Se si chiamano "bonobo", un motivo ci sarà. Altrimenti si sarebbero chiamati "malobo" o "nunmevabo" o peggio ancora … "chenoiabo".
Sandra, ohhhhhhhh Sandrabo! Non mi pare proprio che Mario "borablubo" volesse esplorare il personale. Che poi, manco a farlo apposta, stiamo disquisendo di un argomento di strettissima attualità, che investe le coscienze di tutti. E dove coscienza c'è, è inevitabile che diventa un tema "personale". Ma da qui a "vicende di vita vissuta una donna racconta(o un uomo, è la stessa cosa…) ce ne vuole.
Ti auguro un …bonobonobono uikkend. 
Filippobo 
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17:53
21 marzo 2009
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admin
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| Amministratore
| messaggi3520 | |
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Ehhhh, amici miei! il limite che separa la sfera “personale” da tutto il resto è spesso molto sottile e dipende, a volte, da come una domanda viene intesa da chi legge.
A parte ciò, il discorso, così come si è venuto impostando (l' argomento di Franco aveva, all' inizio, una connotazione diversa) è senza dubbio di estrema attualità. Per questo coinvolge tutti, come fa notare Filippo. Ognuno è libero di pensarla come crede, ovviamente, sulla base della sua personale “coscienza” sociale e religiosa. Non siamo qui per dar giudizi, ma per discorrere, no? e confrontare le reciproche opinioni.
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