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Ferragosto dai compari

UtenteMessaggio

14:02
5 marzo 2010


Carmen

Ospite

Sono innamorata degli occhi di Paolino da sempre, del colore che varia con il tempo, a volte è azzurro intenso come un cielo sereno, a volte è verde, un prato inglese.

Il quindici di agosto erano azzurri.
Paolino è il classico contadino, grande e grosso, con baffi spioventi e capelli ricci e grigi.
La nostra amicizia risale da almeno 29 anni fa quando ero una giovane sposa, fresca come una rosa, e sprizzavo gioia da tutti i pori.
A quei tempi mio marito ed io avevamo comprato un pezzo di terra dalla parti di Paolino, tremila metri quadri, tra Aprila e Pomezia e, come facevano in tanti, l'intenzione era quella di costruirci sopra una casa con orto e giardino. Allora i terreni erano ancora vergini, coperti soltanto d'erba fresca. Nel nostro scorreva, anche un pigro ruscello.
Avevamo piantato tanti alberi da frutta, pomodori e zucchine e melanzane e anche dei filari d'uva francese e costruito una baracca per gli attrezzi.
Conoscemmo il compare Paolino tramite mio cognato Gino, un imbranato che si credeva di essere un genio. Aveva smontato il motore del camion di Paolino per un problema e non riusciva a rimontarlo. A Paolino il camion serviva per il raccolto ed era pressappoco sul disperato; così mio cognato Gino chiamò mio marito che di macchine se ne intendeva per davvero, essendo stato per professione Ispettore tecnico e responsabile del nord Europa per l'Alfa Romeo, quando l'Alfa Romeo era Alfa Romeo.
Premetto che mio marito è sempre stato una persona piuttosto riservata, pur essendo cordiale e cortese con tutti difficilmente stringeva amicizia profonde, ma con Paolino fu amicizia a prima vista. Due fratelli che si ritrovano in questo grande mondo. Dunque, per riparare il camion mio marito ci mise più o meno una settimana, non ricordo bene, e Paolino voleva pagarlo, ma mio marito non voleva nulla; allora Paolino, per sdebitarsi, ci regalò: una coscia di prosciutto, una cassetta di pomodori del suo orto, olio e vino e una forma di formaggio, tutta roba casereccia. Fu così che  iniziarono i numerosi inviti a pranzo e a cena a casa di Paolino.
La moglie, la “comara” Antonietta, è una donna straordinaria. E' forte e tosta come la roccia di cui parlano scrittori e poeti ed è pure instancabile: corre dall'alba al tramonto a governare le bestie e poi per le faccende di casa.
Ogni volta che vado a trovarli, lei tira fuori dalla credenza un bicchiere di vino e pane e prosciutto o salame, oppure una tazza di caffè con i dolci sempre fatti da lei.
Ho visto la forza di quella donna quando dovevamo costruire il pozzo sulla nostra terra, lavorava meglio di un uomo.
I miei amici contadini hanno quattro figli: una femmina e tre maschi, tutti biondi con lo stesso colore degli occhi del padre, che, appunto, varia dall'azzurro più intenso al verde più cupo, sono ben educati, portano rispetto per tutti e hanno una gran voglia di lavorare, insomma sono stati tirati su bene. Quando li conobbi erano bambini ora Loreto, Simona, Felice ed Andrea sono diventati a loro volta genitori.
Dovete sapere che Paolino senza aver studiato (è arrivato, bene o male, alla V elementare), insieme ai figli ha costruito la loro palazzina che farebbe invidia al più dotto degli ingegneri edili. Lì abitano tutti insieme.
Ho passato un bellissimo ferragosto intorno ad un tavolo di cemento, lungo non so quanti metri, costruito da Paolino tanto tempo fa sotto le querce di casa, in previsione della media del numero degli invitati per i pranzi e le cene.
Antonietta aveva cucinato cannelloni e fettuccine (fatte da lei), l'abbacchio e il pollo e patate arrosto, tutta roba di casa e tutto cucinato con il forno a legna. C'era pure il vino, ovviamente di Paolino, ma abbiamo anche stappato una delle bottiglie di vino che ha lasciato mio marito. Aveva espresso il desiderio che il nostro vino doveva essere servito e bevuto soltanto in casa di Paolino  e questo vino, vecchio di almeno otto anni, ancora vive. Quando abbiamo stappato il tappo ha fatto un botto e il colore è limpido. Non ha preso di marsalato. Un vero miracolo della natura (o forse di mio marito), che perfino Paolino si è meravigliato.
Poi abbiamo parlato dei vecchi tempi, di come siamo diventati compari. Di quando ho fatto da testimone alle nozze di Simona e di Tonino e di Felice e Rosa che sono diventati compari di battesimo della più piccola delle mie figlie.
Tra gli innumerevole ruoli che la vita mi attribuisce sono anche la “Comara” di Paolino e di Antonietta e nella loro casa sono sempre la benvenuta e benvoluta, questo si sente nei sapori dei cibi, nel vino, nell'odore che c'è nell'aria, e soprattutto negli occhi di Antonietta e di Paolino.
E' bellissimo consumare il pasto con i miei compari ascoltando il campanaccio delle loro pecore, che girano liberamente per la campagna, e il cane che aspetta l'osso e il fruscio del vento tra i rami delle querce, che ci fanno d'ombra e le nostre risate, che echeggiano nell'armonia d'una solida amicizia su cui so che potrò sempre contare.
Prima di tornare a casa ho fatto una piccola deviazione. Sono andata a vedere il mio terreno che non è più mio. Ho fatto un po' di fatica a riconoscerlo. Gli alberi sono cresciuti e la nostra frutta è ora raccolta da altri mani. I nuovi proprietari hanno spianato la pendenza del terreno e costruito una grande villa, ma la nostra baracca degli attrezzi è rimasta lì vicino al letto del ruscello, ormai secco.
Non mi vergogno ammettere che il cuore mi si è gonfiato nel petto a rivedere con gli occhi della memoria una giovane coppia, che cercava dialogo con la Natura. Ho visto che Natura, a sua volta, ha risposto generosamente, ad un'altra giovane coppia.

  

Carmen

p.s.

L'ultima volta che sono stata a pranzo dai miei compari, Paolino mi ha confidato un segreto:
siccome non voleva sciogliere il legame con il suo amico e le bottiglie di vino di mio marito stavano per finire, ha mischiato le sue bottiglie con quelle di mio marito, così da sembrare che siano infinite.

Ho trovato questa cosa una testimonianza di grande affetto.

Buona domenica amici di scrittura :)   

22:30
5 marzo 2010


admin

Amministratore

messaggi3520

Descrizione di un' amicizia felice nella sua semplicità e spontaneità, ricordata e rivissuta con occhio attento ai particolari sullo sfondo di una campagna fertile che fa da cornice ai ricordi.

E la così la storia del "compare" si intreccia a quella della giovane coppia amante della natura, intorno al gran tavolo di cemento imbandito a festa.Laugh

Una buona domenica anche a te, Carmen!

dmk

11:29
6 marzo 2010


Rose

Ospite

Bella scrittura e bei personaggi, Carmen.

Buon finesettimana.  :-)

19:04
6 marzo 2010


Manfredi

Ospite

mi hai fatto venire l' acquolina in boccaSmile Carmen. una bella amicizia!

10:46
7 marzo 2010


Pietro

Ospite

Ecco, questo tipo di racconti ridanno fiducia nella vita e nell'uomo. Grazie, Carmen.Smile

12:23
7 marzo 2010


elisa sala

Ospite

Un racconto che mi ha preso, per la sua  pacata semplicità, e nello stesso tempo anche intriso di un dolore mai sopito e tanta, ma tanta nostalgia.

KissBrava

11:51
8 marzo 2010


Carmen

Ospite

Grazie a tutti e buon inizio di settimana!

Carmen Smile



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