daniela manzini kuschnig' s weblog

cadono dal cielo e la sabbia le copre

pietosamente levigandole  smussandole 

metamorfosi del sasso in sabbia 

il vento la disperde

nel mondo deserto

la voce di pietra preziosa

allarga il mio cielo di nuvole

la tengo stretta, provvisoramente

la odo

Ancora le tengo in bocca

le mie pietre    in un involucro di saliva

levigo i miei spigoli di ignoranza

lucido il vetro delle mie tante reliquie.

Osso per osso in ogni ramo di parola c'è  recluso

il mio tessere

vite infinite

la storia della dimenticanza

la resurrezione di una specie guasta.

E dalla bocca le sputo

come fossero fossili di insetti

sabbia che ho masticato

nel deserto di ogni uomo

lontana origine del tempo

quando batteva il cielo un solo bastone dio

aprendo le acque del ventre celeste

e non un nome

non un verbo promulgava

per mettere in fuga le mie ombre.

ri go ro sa mente

museali

frammenti di   eroi    divinità  

massi incisi piovuti dal passo arcaico dei tempi

di templi ed are innalzate al fragor delle onde

sfogliando

corpi perfetti monchi di mani o braccia o teste

ritorno al masso com' era, pulsante   vivo   strategico

perno e sostanza e carne in venature a filo…

impenetrabile mistero dal passato

grumo osseo di incrociate linee di sangue

erratico andare   immobilità sospesa