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L' attimo fuggente – Dead Poets Society

UtenteMessaggio

22:36
2 dicembre 2009


admin

Amministratore

messaggi3520

“ Cogli l'attimo, cogli la rosa quand'è il momento, perché, strano a dirsi, ognuno di noi in qusta stanza un giorno smetterà di respirare, diventerà freddo e morirà.”
John Keating

Film cult generazionale,

ne L'attimo fuggente (Peter Weir – USA, 1989) il professor Keating (Robin Williams) sprona i suoi allievi a percepire il lieve bisbiglio dell'arte, a strappare le pagine di un arido razionalismo poetico ed esistenziale, ad un “carpe diem” che, come auspicava Whitman, aiuti “ad allargare l'area della coscienza”.  

Ma conformismo e severità sono il cuore dell'America alle soglie degli anni '60 e poesia e dramma hanno sottili fili comuni. “Ragionare da soli alla loro età, che follia” sentenziano i colleghi di Keating. Il capro espiatorio in una situazione educativa rivoluzionaria non può che essere l'incauto docente (”corre un brutto rischio, incoraggiandoli ad essere artisti“), ma quel “capitano, mio capitano” che dà voce al sentimento profondo di Todd e compagni è una vittoria morale sull'ipocrisia dell'ambiente, sull'assurdo oscurantismo dei valori e della sensibilità. L'attimo fuggente con la straordinaria naturalezza del racconto, con la forza evocativa delle sue immagini, resta un momento magico di cinema commosso e ispirato: chissà che non contribuisca anche, come auspicava Whitman, ad “allargare l'area della coscienza “. 

dmk

22:48
2 dicembre 2009


Rose

Ospite

Mi sembra impossibile che non avessimo ancora parlato de L'attimo fuggente,

Forse in un altro contesto? in un altro topic?

Comunque, un fim validissimo che ogni tanto riguardo volentieri.

Un R. Williams sempre bravissimo.

(ma dove abbiamo postato recentemente il filmato di quando i ragazzi montano sui banchi, per salutare il professore/capitano …?)

22:59
2 dicembre 2009


admin

Amministratore

messaggi3520

Vero, Rose. Ne parlammo tempo fa in altro sito, ma anche qui  è stata postata O captain, my captain, ma non ricordo in che topic…

dmk

23:03
2 dicembre 2009


admin

Amministratore

messaggi3520

Trovato!Smile 

Sezione Inglese, Topic L' erba ha così poco da fare.

dmk

18:52
3 dicembre 2009


Manfredi

Ospite

parlando di film cult generazionali, – di cui L' attimo fuggente è un grande esempio -, non posso fare a meno di citare Gioventù bruciata che è certo, fra i film che hanno creato il mito di James Dean, quello più noto e il più mitico.

“Il film prospetta il dramma dell'adolescenza spinta ad una sterile ribellione dai disinganni sofferti nella vita familiare. Il lavoro ha pregi non comuni: buona l'interpretazione, ottima quella del protagonista, molto efficace la regia, serrato il montaggio, buona la fotografia, appropriato il commento musicale.”

(Segnalazioni Cinematografiche, vol.39, 1956) 

E' film che fece di James Dean un divo, emblema della gioventù irrequieta e ribelle degli anni '60. 

21:59
3 dicembre 2009


Rose

Ospite

Mi vien da chiedere se ci sia mai stata una generazione giovanile che non fosse 'ribelle e irrequieta' …

La risposta mi fa un po' paura, perchè forse è giusto in tempo di guerra che i giovani non possono permettersi di ribellarsi …. (ho detto una sciocchezza?)

22:17
3 dicembre 2009


admin

Amministratore

messaggi3520

Mah…

penso ai movimenti di protesta negli USA durante gli anni 60 e 70, penso a Abbot Hoffman, il fondatore dello Youth International Party (Hippies), la cui figura è divenuta un simbolo della ribellione giovanile di quegli anni. Forse la differenza sta nel fatto che i giovani hippies si ribellavano contro una politica, una guerra e un modo di vivere.

Gioventù bruciata (e in questo senso, piuttosto esplicito il titolo originale del film “Rebel without a cause”) indica piuttosto una gioventù in rivolta per “insoddisfazione” personale e sociale.

In ogni caso il gap generazionale è una realtà e lo è sempre stato, in ogni tempo. Con il 900 mi pare si sia estremizzato.

dmk

22:31
3 dicembre 2009


admin

Amministratore

messaggi3520

ancora un cult generazionale: Il seme della violenza (Blackboard Jungle).

Nato come un film senza tante pretese, in bianco e nero e con un budget ridotto, fece scalpore perché fu il primo film che portò sul grande schermo un nuovo modo di rappresentare i giovani americani dell'epoca: duri, spavaldi, violenti, indipendenti, ostili alle regole e ai gusti degli adulti. Era un disagio giovanile che covava da diverso tempo nella società americana, a cui questo film dava finalmente una forma concreta, in termini visivi e soprattutto musicali. Fu come aver gettato un fiammifero su della benzina. I modi di comportarsi e di vestirsi dei ragazzi del film, mostrati come modelli da evitare, dilagarono invece in tutta la nazione e divennero una moda. In molti cinema ci furono quasi delle sommosse (tanto il modello aveva fatto presa), che portarono al divieto di proiezione del film in alcuni stati degli U.S.A. 

Nei primi dieci minuti ci facciamo però un'idea molto suggestiva dell'ambiente (un grigio e fumoso quartiere urbano piuttosto degradato). Questo serve più che altro come sfondo, perché il film non approfondisce per niente l'aspetto sociale ed economico della vicenda. Ci si concentra invece fin da subito sulle istituzione e sulle persone e in particolar modo sul protagonista, Mr. Dadier (ottimamente interpretato da Glenn Ford), un ex-soldato che cerca un posto da insegnante per mantenere la famiglia e allo stesso tempo essere ancora utile alla nazione.
Dadier viene quindi assunto alla "North Manual High School" (l'equivalente di un liceo tecnico professionale) con la mansione di professore di lettere. Fin da subito deve fare i conti con il modo di fare burocratico e autoritario dei suoi superiori e con le tipiche difficoltà ambientali delle scuole pubbliche (bagni fatiscenti, rumori, caldo soffocante), il tutto per una paga fra le più basse nel pubblico impiego.  

Il problema più grande è infatti il rapporto con gli alunni. Già allora multietnici, formano un gruppo indipendente e consapevole che non prova alcuna riverenza verso gli adulti; anzi il loro è un continuo atteggiamento di sfida e provocazione…

http://www.filmscoop.it

Il regista, Richard Brooks, decise di utilizzare come accompagnamento musicale di apertura e di chiusura del film una canzone uscita alcuni mesi prima e passata quasi inosservata: "Rock Around The Clock" di Bill Haley. In pochissimo tempo diventò una specie di tormentone nazionale. I cinema dove si proiettava questo film si trasformavano in sale da ballo, quando suonava questa canzone.
Dal nulla spuntarono nuovi cantanti come Elvis Presley e Chuck Berry e venne creato un nuovo stile musicale chiamato "rock 'n' roll". Il cinema stesso inventò un nuovo genere, cioè quello dei film basati sui cantanti di successo, fatto apposta per i giovani e destinato a grande successo negli anni '60. 

dmk

22:51
6 dicembre 2009


Manfredi

Ospite

beh, allora, mettiamoci anche Il tempo delle meleSmile

Il film è ambientato a Parigi e si apre sul primo giorno di scuola di Victoire "Vic" Berreton, durante il quale vengono presentati al pubblico coloro che diventeranno i compagni di classe e i protagonisti di mille avventure quotidiane. Il film finisce il giorno del 14° compleanno della protagonista, per il quale viene finalmente organizzata la agognata "festa". Nel corso del film, Vic avrà modo di conoscere il primo grande amore, Mathieu, e di trepidare per le prime emozioni, le prime gelosie e i primi conflitti generazionali con i genitori François, dentista, e Françoise, illustratrice. Su tutto questo, si snodano le vicissitudini sentimentali dei genitori di Vic, basate sul tradimento reciproco, cui la protagonista risponde affidandosi alle attenzioni della bisnonna Poupette, arzilla ottantacinquenne prodiga di consigli e di cattivi esempi (e vera outsider del film). L'ultima scena, della durata di pochi secondi, vede Vic interessarsi già ad un nuovo amore: ciò sottolinea la fugace intensità – e la contemporanea fragilità – dei rapporti sentimentali nei primi anni dell'adolescenza. 

23:19
6 dicembre 2009


Rose

Ospite

Quante energie sprecate ad innamorarsi, a quell'età! A ripensarci, mi viene il nervoso … infatti, il film non mi è piaciuto. Si dovrebbe trovare il modo di 'incanalare' tutte quelle energie in attività più proficue … che sò, lo studio, forse? Wink



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