Bologna 1938 – Michele Casali si trova a vivere una situazione disperata: Giovanna, sua figlia unica ancora adolescente, ha ucciso per gelosia la sua compagna di banco e migliore amica. Nell'ambiente borghese in cui il delitto è avvenuto la vicenda provoca forte emozione ed incredulità. Evitando il carcere, la ragazza viene ritenuta non sana di mente e perciò rinchiusa in un ospedale psichiatrico a Reggio Emilia dove rimarrà fino all'età di 24 anni (1945). Durante questo periodo di quasi totale isolamento, l'unica persona che si occupa di lei è il padre che si trasferisce appositamente a Reggio da Bologna
Questa vicenda mi ha ricordato quella ancor più grave (anche perchè realmente accaduta) dei "fidanzatini di Novi Ligure", Erika e Omar, ricordate? colpevoli di aver ucciso la madre ed il fratellino di lei. Sembra che il padre sia stato molto vicino alla figlia … Non dev'essere facile, conciliare il dolore per la perdita subita, la consapevolezza dell'efferratezza compiuta, con il desiderio di aiutare un figlio a riabilitarsi.
Una situazione estremamente difficile, ma, come dice San Paolo nella sua bella definizione: "L'amore copre ogni cosa, crede ogni cosa, spera ogni cosa" (I ai Corinzi 13,7).
Purtroppo sono situazioni difficili, bisognerebbe essere molto forti per aiutare, e perdonare un figlio/a che commette un gesto così terribile, ma soprattutto amarlo tantissimo
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