Polvere di nebbia
attendi il ritorno della rondine
nel tepore che
il sangue formicola
vuoi appendere la voce
al ramo alto
e suonare parole pizzicando
le corde del vento
la lontananza incanti in note di
primule nel canestro della mente
in fiore
di flebili vagiti dal folto dove la carne
s’ allenta e rinasce
Un passo poi l’ altro, una nota
poi l’ altra,
musicante del risveglio,
sospeso a correnti aeree,
a brevi respiri teso, sconfini
oltre l’ oggi,
il momentaneo
ignori e spazi dove
l’ estremo limite si innalza,
il frangersi della risacca che
smuore in polvere di nebbia.
Sì, daniela. E’ quasi primavera!
Anch’io vorrei “appendere la voce/al ramo alto/e suonare parole pizzicando/le corde del vento/la lontananza incanti in note di/primule nel canestro della mente”. Bella poesia. Ottima scelta, l’immagine. Ma ti rileggerò meglio.
mar 14th, 2009 at 17:52
Sì, Rose! ormai ci siamo! Grazie!
mar 14th, 2009 at 22:28
“Un passo poi l’ altro, una nota
poi l’ altra,
musicante del risveglio,
… sconfini
oltre l’ oggi,
il momentaneo
ignori e spazi dove
l’ estremo limite si innalza”
Mi piace leggere in questi versi il processo, a volte faticoso, per cui il poeta riesce a liberarsi delle pastoie del quotidiano e a librarsi in spazi più liberi e incontaminati della mente.
Buona domenica, daniela.
mar 15th, 2009 at 07:37
Infatti, rose, c’ è anche quello… e sono contenta che tu l’ abbia sentito. Grazie di nuovo.
mar 15th, 2009 at 13:11