Il filo rosso
Immagine di NaNa
il filo rosso
stretto da collo a collo
il laccio di seta rossa
il nastro che lega capo a capo
mano a mano
come il filo di sangue dal foro nel lobo
dal colmo della gola senza corde
percorre sinuoso il braccio, la mano, le dita
fino all’ unghia percorre e lì
indugia feroce in attesa
il limpido cuore a svuotare
a colmare
il fiore dell’ amore
sbircia la passione dal velo
e trema all’ oscuro trasalire in ogni movimento
in ogni spazio, in ogni respiro
tesa, la notte, a fluttuare
sospese particelle
ogni alito caldo rappreso infine
nel freddo calcolato giornaliero flusso
quando i conti sterili e necessari
si pongono di qua dalla siepe e incalzano d’ urgenze simboliche
il sale e il pesce
e l’ olio e l’ aceto
il pane ancora da spezzare
disagio della mente
e il conto è salato
non torna la somma dei giorni
smarriti la corsa e l’ ansito
il desiderio nascosto nel pozzo infinito dove finiscono le cose maltrattate
ingannate
deluse
farsi amo – re lucente, amo lanciato a ripescare dal fondo il dono
ricolmo di sé, frantumati ritagli di tempo sprecato
devo comprare la colla
quella che tiene per sempre
e poi scheggia a scheggia rimettere insieme i pezzi
e scavare scavare nell’ arido fondo
quel che palpita
ancora.
Amore in cerca di sé.
Questo amore in cerca di sè mi piace proprio.
Lodi lodi alla poetessa.
Chissà dove è il negozio che vende quella colla che permette di ricomporre le nostre schegge spezzate.
stella
mar 5th, 2009 at 18:26
Daniela, non connetto. Mi piace molto l’ultima parte:
“farsi amo – re lucente, amo lanciato a ripescare dal fondo il dono
ricolmo di sé, frantumati ritagli di tempo sprecato
devo comprare la colla
quella che tiene per sempre
e poi scheggia a scheggia rimettere insieme i pezzi
e scavare scavare nell’ arido fondo
quel che palpita
ancora.”
Domani la rileggo con calma.
mar 5th, 2009 at 23:35
Stella, grazie per le “lodi”:-)
Rose, vai tranquilla…
mar 6th, 2009 at 12:59
Eccomi. Sento paesaggi orientali in questa poesia.
Chador drappeggiati a celare visi e corpi e amori che indugiano in “feroce attesa”.
Bellissima la strofa:
“sbircia la passione dal velo
e trema all’ oscuro trasalire in ogni movimento
in ogni spazio, in ogni respiro
tesa, la notte, a fluttuare
sospese particelle
ogni alito caldo rappreso infine…”
Il quotidiano che irrompe coi gusti forti della cucina orientale.
Una passionalità latente, “il desiderio nascosto nel pozzo infinito dove finiscono le cose maltrattate ingannate deluse”.
Riscatto finale, nel desiderio di rimettere assieme i pezzi … della propria vita o dell’amore stesso … “amore in cerca di sè”.
Bellissima poesia, daniela.
mar 6th, 2009 at 20:50
ti ringrazio, Rose, per la lettura e l’ interpretazione (aderente alla mia intenzione).
E ti ringrazio per l’ appreciation:-)
mar 6th, 2009 at 21:39
Il conto è salato, sì, ma farsi amo a ripescar se stessi, ancora innamorati della vita prima che del dolore, è bellissimo.
Quanto mi è piaciuta…
Grazie.
clelia
mar 11th, 2009 at 15:43
Grazie a te, Clelia, per le tue parole e la tua presenza!
mar 11th, 2009 at 18:52